SMARTPHONE, INDIVIDUALISMO, RELAZIONI
(Irina Tuzzolino)
Oggi non si conversa più ci si connette. Basta girare gli occhi intorno per vedere uomini e donne di tutte le età che seduti o in movimento leggono le proprie email o inviano un sms. A stento di tanto in tanto e con l’aria di perdere tempo si guardano attorno. Quasi mai rivolgono lo sguardo verso l’alto per osservare il cielo e la parte alta dei palazzi. Gli smartphone collegati al web minacciano fino a cancellarla ogni possibile relazione familiare. Ciascuno si radicalizza nel proprio individualismo diminuendo drasticamente l’uso della comunicazione verbale. Così un bambino su cento a meno di otto anni soffre di mutismo selettivo. È difficile diagnosticarlo spesso viene confuso con la timidezza. Ma è un fenomeno in crescita e dipende sia dalla richiesta degli adulti di essere sempre bravi e vincenti sia dall’esempio che viene dato loro. L’ansia di prestazione non sprona i ragazzi a fare meglio, ma riduce la loro autostima e li spinge a chiudersi, ad isolarsi senza renderli consapevoli del proprio disagio. Spesso si ritirano nella loro stanza come in un rifugio. Il problema non è determinato soltanto dalla tecnologia, sempre più sofisticata ed accattivante, ma soprattutto dall’educazione che i bambini ricevono, molto carente di parole, sentimenti, relazioni. Eppure, sebbene estranei a quello che accade intorno a loro, rivelano grandi capacità nei campi di loro interesse. Non resta che tornare ad un dialogo efficace , capace di intessere relazioni.