IN CUCINA CON I CLASSICI

(Gabriella Maggio)

Cucina siceliota e latina in età classica , appena edito da Pungitopo, come direbbe  Catullo:  ” libellum arida modo pumice expolitum” (  appena levigato dalla ruvida pomice) è l’ultimo lavoro filologico di Carmelo Fucarino. Non inganni l’argomento che potrebbe sembrare leggero e alla moda e l’aspetto smilzo del libro  perchè si tratta di un’opera ponderosa, 178 pagine fitte di citazioni e riflessioni che compendiano le testimonianze a noi pervenute sull’alimentazione antica,  sulla confezione delle pietanze e delle bevande.  Soccorre ancora Catullo, cartis doctis , Iupiter, et laboriosis ( pagine dotte, per Giove,  che hanno richiesto fatica). Secondo uno stile già collaudato nel precedente Il Genio Palermo, vita, morte e miracoli di un dio ed. Thule,  Fucarino compulsa tutte le fonti sinora note sull’argomento e ne dà ragione nel saggio, realizzando un’opera esaustiva sull’argomento.  In  Cucina siceliota e latina in età classica il lettore  è guidato  da Archestrato di Gela a Plinio il Vecchio lungo  un itinerario antropologico sullo stile di vita antico, ricco di interesse non solo per chi coltiva studi severi, ma anche per il curioso in cerca di notizie e citazioni estemporanee da infilare come perle nella sua conversazione. Quindi un’opera  di ampio respiro e di ampia diffusione, destinata a durare; ancora Catullo : o patrona virgo, plus maneat perenne saeclo. Come il poeta di Verona per il suo libellum invoca la protezione della dea dei poeti, la Musa, perché duri più d’una generazione :  allo stesso modo l’augurio per il  libellum  di Carmelo Fucarino.

 

 

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