UNA STORIA SENZA NOME
(Gabriella Maggio)
Micaela Ramazzotti e Alessandro Gassmann – foto @ ComingSoon.it
Una storia senza nome, presentato quest’anno fuori concorso a Venezia, è il sesto film di Roberto Andò, regista-scrittore palermitano, in proiezione in questi giorni nei cinema di Palermo. La trama affronta un evento reale, il furto della Natività di Caravaggio dall’Oratorio di San Lorenzo a Palermo nella notte tra il 17 e il 18 ottobre 1969. La tela non è stata mai ritrovata, ma intorno a lei sono state costruite varie storie che conducono alla mafia, autrice del furto. L’azione criminale diventa il tema di una sceneggiatura cinematografica che Valeria/ Micaela Ramazzotti scrive per lo sceneggiatore a corto di idee Pes /Gassmann. L’idea le è stata fornita in maniera apparentemente casuale dal misterioso Rak/ Carpentieri , che presto si rivela l’animatore della storia. La trama si arricchisce coinvolgendo il mondo stesso del cinema, rappresentato nell’atto di trasformare un buon soggetto in film. Perciò sono riportati i retroscena della produzione, la ricerca dei capitali, la regia, le riprese fino alla Prémiére che conclude la storia. Il film è nel suo complesso una affettuosa celebrazione del cinema in tutti i suoi aspetti comici e seri, con diversi cammei e remake- flash, fino al film nel film girato dal regista- attore Jerzy Skolimowski. Non mancano nella trama le peripezie tipiche del “giallo”, perché la mafia vuole impedire la realizzazione del film. L’intreccio dei vari temi avvicina Andò ad Hitchcock, di cui condivide il senso della complessità e insondabilità dell’esistenza. Una storia senza nome richiede più che uno spettatore coinvolto un attento osservatore con una buona conoscenza del cinema nazionale ed internazionale. Alla narrazione filmica dà spessore la potenza comunicativa della colonna sonora composta da Marco Betta*. Il film ripropone il sodalizio tra Roberto Andò e Marco Betta che annovera già diverse prove artistiche di rilievo quali Viva la libertà, per cui il compositore ha ottenuto la nomination come migliore colonna sonora, Il quadro nero, Sette storie per lasciare il mondo, Il manoscritto del Principe. In Una storia senza nome la musica di Marco Betta sottolinea le scene del film e le completa, le arricchisce del punto di vista del compositore, che si pone come co-creatore del film, conferendo sfumature e prospettive che le parole e le immagini non esprimono non per un difetto d’uso, ma per la natura stessa della loro specificità comunicativa. Il film si avvale anche della bella fotografia di Maurizio Calvesi.
*Socio del L.C. Palermo dei Vespri