LA DEMOCRATIZZAZIONE DEI CONSUMI
(Pino Morcesi)
La progressiva democratizzazione dei consumi comincia in Italia negli anni ’50 in parallelo con l’affermarsi dell’uguaglianza dei cittadini propugnata dalla Costituzione e dai grandi partiti di massa. Aumentando i consumi, aumenta l’occupazione . Diventa più ricca la dieta con l’incremento del consumo di carne, di formaggi, di frutta e migliora il modo di vestire e di arredare la casa. Si diffondono i cosiddetti beni di consumo, automobili ed elettrodomestici in prima fila, ma anche l’abitudine di assistere agli spettacoli teatrali e cinematografici , a fare vacanze in estate al mare o in montagna. Negli anni del “miracolo economico “ cominciano a ridursi le disparità di consumi tra i ceti meno abbienti e quelli più ricchi, aprendo alle masse la “corsa verso il benessere”. Ma questa modernizzazione naturalmente contiene le sue insidie individuate e denunciate, dagli intellettuali e dalla Chiesa, nella manipolazione operata dalla pubblicità che sprona all’incremento acritico dei consumi. Le critiche spesso aspre non riescono però a rallentare i consumi. Sono soprattutto i ceti che in quel momento arrivano al benessere ad essere i meno permeabili. Oggi la globalizzazione ha spostato l’attenzione dalla produzione al mercato e i consumatori hanno assunto un rilievo ancora maggiore attraverso i sondaggi che rilevano la loro opinione e le loro aspettative.