COSCIENZA, COLPA, NARCISISMO
(Daniela Crispo)
Quando Adamo nell’Eden mangiò il frutto dell’albero della conoscenza passò dalla gioia all’afflizione. Molte situazioni della nostra vita sono la ripetizione profana del racconto biblico. Non c’è infatti felicità per chi varca il limite della conoscenza dell’altro. Questo soprattutto si verifica nella vita coniugale e nei rapporti affettivi in genere soprattutto oggi che la tecnologia mette facilmente a disposizione strumenti d’informazione che violano la zona privata, come telefonini e posta elettronica. Non si pensa mai abbastanza a quanta infelicità può venire da questa smania di spionaggio. Ma altrettanto dannoso è il narcisismo dell’onestà che spinge talvolta a confessioni non richieste. Lo scrupolo dell’onestà non è altro che un modo di scaricare la propria coscienza senza pensare che si arreca un danno all’altro. Possiamo educarci leggendo. Infatti la letteratura educa i nostri sentimenti e ci fornisce strumenti di autocontrollo e di analisi. La confessione non necessaria della propria inclinazione verso un altro uomo fatta al marito dalla pricipessa di Clèves, nell’omonimo romanzo di Mme de La Fayette, ne provoca la morte. Il re longobardo Agilulfo in una novella del Decameron ( Lo stalliere del re Agilulfo) non accusa la regina di adulterio perché la reputa profondamente onesta e non vuole turbarla. Pensando che qualcuno abbia approfittato di lei spacciandosi per il re va con intelligenza discreta alla ricerca del colpevole. Il paladino Rinaldo nell’Orlando Furioso ( cc. XLII-LXIII) rifiuta di bere nel calice magico che gli svelerà se sua moglie è fedele o infedele perché non vuole precipitare dall’allegrezza in pianti e guai. Queste storie ci aiutano a conoscere noi stessi e il limite che separa l’amore dall’egoismo, ci suggeriscono che non possiamo, né dobbiamo conoscere tutto dell’altro.