LEGGENDO PHILIP ROTH
(Gabriella Maggio)
Philip Roth ( 19/03/’33- 22 /05/18) nei suoi numerosi romanzi ha raccontato gli USA con occhio acuto, pronto a coglierne le crepe sotto l’ipocrisia e il perbenismo, rifuggendo dall’idealizzazione e dal politicamente corretto. Per questo ha avuto un grande successo di pubblico e di critica, ma anche degli avversari tenaci. Come accade a chi fa un discorso originale e non stereotipato: Scrivere …era l’unica cosa per cui valesse la pena di battersi, l’esperienza inarrivabile, la lotta più nobile, e si poteva scrivere solo fanaticamente. Senza fanatismo, in letteratura, non si sarebbe mai arrivati a fare nulla di grande ha affermato in La lezione di anatomia. Ebreo di Newark in N. Jersey Roth rappresenta il tradizionalismo ebraico in maniera umoristica a cominciare da Lamento di Portnoy. Difficile parlare di ciascuno dei suoi romanzi, ma tra essi occupa un posto centrale Pastorale Americana, che ha vinto il Pulitzer Price nel ’97 e anche numerosi altri importanti premi. Il titolo richiama la celebrazione del Giorno del Ringraziamento, festa tradizionale americana, fondativa della nazione e dei suoi valori. Ma il romanzo ne rappresenta il crollo negli anni della guerra del Vietnam attraverso la storia di una famiglia che ha tutte le caratteristiche per essere considerata esemplare. Seymour Levov, detto lo Svedese, perché ha i capelli biondi, benchè sia ebreo, è bello, leale, onesto. Dopo essere stato un mitico campione sportivo del liceo di Weequahic, ha continuato ad incarnare tutti i valori della società americana, lavoro, famiglia, successo. Quando è al culmine della sua realizzazione su di lui si abbattono in sequenza colpi durissimi che distruggono il suo mondo e attraverso l’allegoria narrativa sgretolano la società americana. Il motivo politico, la guerra in Vietnam, s’intreccia alla crisi della famiglia e dell’economia. Elemento scatenante è inizialmente la balbuzie della figlia Merry seguita dalla sua problematica crescita e dalla sua adesione al terrorismo. La storia dello Svedese è raccontata dallo scrittore Nathan Zuckerman, una delle identità assunte dallo stesso Roth in altri romanzi. Nello specifico è un ex compagno di liceo, allora chiamato Skip ed ora affermato scrittore, a cui lo Svedese commissiona uno scritto per ricordare agli amici il padre Lou, morto quasi centenario, con l’impegno di mettere bene in risalto quanto ha sofferto per i colpi che si sono abbattuti sui suoi cari. Dopo avere riflettuto, Zuckerman accetta perché intuisce il vero motivo che spinge lo Svedese a dargli quell’incarico, il dolore che ha cercato di nascondere dietro la sua apparente perfezione e la barriera di luoghi comuni che costantemente erige a difesa : No, un colpo doveva essersi abbattuto anche sulla vita dello Svedese. Ed era di questo che lui voleva parlare. Non era la vita di suo padre che voleva mettere a nudo, era la sua….Sopra di lui c’era qualcosa che gli aveva intimato l’alt. Qualcosa lo aveva trasformato in un’insulsaggine umana. Qualcosa lo aveva messo in guardia: non opporsi a nulla. Agli occhi adolescenti di Skip la vita dello Svedese era sembrata interamente priva di dolori e invece da adulto apprende che c’è : La bomba di quel tesoruccio della piccola Meredith.., quello è il colpo che lo ha sconvolto. Come dice Jerry il fratello dello Svedese , comunicandogli la sua morte : La vera vittima di quella bomba è stato lui….ha fatto esplodere la sua vita. La narrazione allora diventa la ricostruzione della vita di Seymour Levov nel suo contesto familiare e sociale. Leit motiv di Pastorale Americana è la domanda : Ma cos’ha la loro vita che non va ? Cosa diavolo c’è di meno riprovevole della vita dei Levov ? Naturalmente sono domande senza risposta che aprono il grande scenario del male e della sofferenza , della casualità ed imprevedibilità dell’esistenza, che neanche la condotta più prudente e attenta può allontanare. Non resta, secondo Roth, che porsi sempre domande, anche se probabilmente non troveranno risposta. Pastorale Americana è un grande libro, legge la nostra umanità con tale profonda semplicità da oltrepassare lo spazio e il tempo in cui è ambientata la storia dello Svedese per attingere all’universalità dei classici.