ERMANNO OLMI : UN CUORE SEMPLICE E UN OCCHIO CURIOSO
(Gabriella Maggio)
A ottantasei anni nella sua casa di Asiago è morto Ermanno Olmi, maestro del cinema. Ampia è stata la sua produzione di film, documentari, cortometraggi. La sua originalità è insita nella qualità dello sguardo sul mondo, un occhio sereno e curioso pronto a coglierne la poesia. I suoi personaggi, per lo più semplici, hanno rappresentato la condizione universale dell’uomo. Il successo internazionale gli giunge con l’Albero degli zoccoli che vince la Palma d’oro nel ’78. Epopea del mondo contadino padano, spontaneamente semplice e religioso, che vive secondo i ritmi naturali che si oggettivano in proverbi e filastrocche tramandate dai vecchi ai giovani. Dieci anni dopo vince il Leone d’oro con La leggenda del santo bevitore. Ottiene altri riconoscimenti come il Globo d’oro 2001 della stampa estera e 9 David di Donatello nel 2002 per Il mestiere delle armi come miglior film, regia, sceneggiatura, produzione, fotografia, musica, montaggio, scenografia e costumi. Ḗ rimasto sempre fedele ai suoi temi più profondi anche nel confronto con la cultura orientale in Cantando dietro i paraventi. Tra i suoi ultimi film Il villaggio di cartone affronta la storia di un vecchio prete che recupera lo slancio della fede aiutando alcuni migranti clandestini che ospita nella chiesa, e Torneranno i prati, in occasione del centenario della Prima Guerra Mondiale, che descrive la dura vita dei soldati in trincea. Olmi nella sua produzione non ha dimenticato mai le sue origini contadine né trascurato di mettere in evidenza l’etica del lavoro. La sua profonda religiosità, che considerava il cristianesimo l’unico possibile riscatto dell’uomo, l’ha avvicinato a figure di alta spiritualità come il Cardinale Martini a cui ha dedicato un documentario, suo ultimo lavoro.