PER CHI VOLLI RACCOGLIERE QUESTO MAZZO DI FIORI SELVAGGI
(Gabriella Maggio)
Per chi volli raccogliere/ questo mazzo di fiori selvaggi;/ stringerli in fascio nel gambo spinoso ed acerbo ?Così scrive Gian Pietro Lucini all’inizio della sua raccolta poetica Revolverate, pubblicata nel 1909 con prefazione di F.T.Marinetti. Personaggio polemico e consapevolmente controcorrente nasce a Milano nel 1867, muore nel ‘914 alle soglie della Prima Guerra Mondiale, mentre corregge le bozze di un libello intitolato Antimilitarismo. Da un punto di vista letterario Lucini non si colloca propriamente in nessun movimento letterario del suo tempo, ma a tutti mostra interesse partecipando attivamente al clima culturale delle discussioni letterarie e politiche, intessendo rapporti con diversi scrittori, fra questi G. D’Annunzio e F. T. Marinetti con cui rompe nel momento in cui non ne condivide più le idee. Erede degli Scapigliati vicino al Simbolismo francese, al Decadentismo, al Futurismo mantiene però sempre un atteggiamento individualista e autonomo. Teorizzatore del verso libero nel saggio Il verso libero del 1908 apre alla poesia contemporanea, ma non scivola nel paroliberismo dei Futuristi, in fondo rimane legato ai valori etici e formali di Carducci e Foscolo. Del suo eclettismo risente la sua vasta produzione poetica, critica e giornalistica, spesso accesa nei toni e nel linguaggio. Le sue posizioni politiche avverse alla Monarchia, alla Chiesa alla mentalità borghese e militarista, il suo anarchismo sono una singolare e coraggiosa eccezione nel panorama culturale del tempo e lo rendono interessante anche oggi nell’anniversario della nascita.