LA RETE E LA STORIA
(Pino Morcesi)
La navigazione in internet ha aperto nuove frontiere, determinando una rivoluzione antropologica, che distingue nettamente la nostra epoca da quelle che l’hanno preceduta . Ma non tutti sono succubi del web e gli storici , sfuggendo al suo eterno presente, ricercano nelle epoche passate qualche analogia non al concetto di rete, piattaforma, connessione, che sarebbe impossibile, ma alla rivoluzione culturale che hanno determinato e la paragonano a quella che tra ‘500 e ‘600 fu causata dalle scoperte geografiche, astronomiche, e dall’invenzione della stampa. Queste crearono una condizione culturale non molto dissimile dall’attuale pur mancando della sua vastità e velocità. Nelle nuove terre da poco scoperte si immaginarono società umane in cui regnava un egualitarismo in grado di contrastare l’ avidità e l’ egoismo del Vecchio Mondo. In questa prospettiva Th. More scrisse Utopia e T. Campanella la Città del Sole. Considerando gli slogan del web : tutti connessi, la rete è libera ed è egualitaria, è evidente che si è creata una nuova utopia. Ma viene quasi spontaneo considerare lo slittamento di senso morale che il termine ha subito. Gli utopisti storici erano disinteressati ed impegnati a spendere il loro ingegno soltanto per contribuire alla pubblica felicità, al contrario dei nostri contemporanei che s’impegnano ad accumulare milioni. Il web non è egualitario come promette perché vi si verifica il fenomeno dell’attaccamento preferenziale, che spinge a connettersi con persone già note piuttosto che con sconosciuti. Se poi si considera il fatto che i network non sono responsabili dei contenuti pubblicati, quindi di quelle che definiamo fake news che spesso diventano virali, la situazione diventa preoccupante . Ai social non importa se una notizia è vera, ma se è condivisa da molti utenti. Non dimentichiamo che su Facebook ci sono due miliardi di persone. Gli storici hanno rintracciato un esempio simile nella persecuzione delle cosiddette streghe che spinse a bruciare ingiustamente molte donne. Ma la differenza col passato sta nel fatto che sebbene lentamente la scienza sconfisse la magia nel XVII sec., mentre oggi la situazione è molto più complessa per le dimensioni e la velocità della rete, ma anche perché è in mano a privati che perseguono interessi particolari, che confliggono con i principi della democrazia. Una soluzione potrebbe essere la responsabilità legale dei social network piuttosto che la censura di cui qualcuno parla.