L’ESADATTILIA SU UN CRATERE DEL MUSEO MANDRALISCA

(Amedeo Tullio)

La cronaca recente ha portato alla ribalta il tema dell’esadattilia, con il caso di un nucleo familiare in cui questa caratteristica si è ripetuta una decina di volte. Non si tratta, infatti, di una malattia o di una deformità (al più una malformazione), ma piuttosto di una caratteristica, una peculiarità, per cui le mani o i piedi hanno, rispettivamente, sei dita o sei diti. Il fenomeno non è nuovo ma è citato financo nella Bibbia (Samuele II, 21/20) dove si parla di un uomo di alta statura con sei dita in ciascuna mano e sei diti in ciascun piede. Questa caratteristica ricorre nelle citazioni letterarie e nell’iconografa storico-artistica più per indicare l’eccezionalità del fatto, riscontrabile anche in alcuni animali, non come una deformità, ma per la sua eccezionalità. Così Bucefalo, il celebre e prodigioso cavallo di Alessandro Magno, si dice avesse tre diti per ogni zampa; così la Madonna, Gesù ed alcuni Santi sono rappresentati, rispettivamente, con sei diti o con sei dita come, per ricordarne alcuni, nella bella pala d’altare della chiesetta di Massimeno (Pinzolo) dedicata alla Madonna di Loreto (fig. 2),

(fig. 2)

così nel dipinto della casa natale di Raffaello ad Urbino (fig. 3),

(fig. 3)

così in una statua della Madonna di Porto Salvo (fig 4) della omonima chiesetta di Castelvetrano.

(fig 4)

Quest’ultima, sistemata sull’altare principale, incassata in una sorta di nicchia rettangolare, delimitata da una cornice aggettante, è caratterizzata dalla vivace policromia ed è firmata “G-T”. La Madonna, regge con il braccio destro il Bambino stante, e si appoggia , con  il sinistro ad un bastone trattenuto tra cinque dita ed un grosso pollice, come si nota bene nell’immagine (fig. 4) appositamente scattata dall’amica Laura Ingoglia che si ringrazia. Un particolare caso di esadattilia, come avevo potuto notare alcuni anni fa, è documentato su un vaso delle raccolte archeologiche dello splendido Museo Mandralisca di Cefalù. Si tratta di un cratere a colonnette (fig. 5), a figure rosse, decorato da un abile ceramografo attico, identificato come Pittore della Centauromachia di Firenze (480-470 a. C.).

(fig. 5)

Questo ceramografo, che si rifà alle più nobili tradizioni culturali e tecniche, si inquadra opportunamente tra gli artigiani coevi ed ebbe particolare fortuna all’Estero (Etruria, Magna Greca e Sicilia), dove sono stati individuati ben 55 vasi di sua produzione, mentre tra quelli rinvenuti in Grecia ne sono stati individuati solo 8. Sul lato principale di questo vaso è una vivace scena dionisiaca: al centro è Dioniso, barbato, elegantemente panneggiato, con un tirso nella mano sinistra ed una coppa nella destra, volto a sinistra a guadare un Satiro nudo, che gli offre da bere, mentre a destra è un altro Satiro nudo. La scena si conclude a sinistra con un’elegante figura di Menade panneggiata che regge un tirso. In ben due particolari della scena si riscontrano casi di esadattilia: nel piede destro del Satiro a sinistra del dio (fig. 5), e nella mano dell’altro Satiro (fig. 6) a destra.

(fig.6)

(fig.7)

Il primo è reso frontalmente con sei diti, due dei quali sono inglobati in un archetto che parrebbe voler correggere un “errore” grafico, mentre l’altro, con una improbabile ripetizione dell’errore, ha sei dita nella mano che regge il tirso. A questo punto, indipendentemente dai vari pareri espressi dalla Medicina ufficiale, ci pare di poter dire che il particolare, assunto per delineare personaggi e simboli centrali della nostra cultura, doveva veramente essere inteso, secondo la tradizione popolare, come un segno delle qualità, positive o negative possedute. D’altronde non si capirebbe perché tanti Artisti abbiano fatto dell’ironia in rappresentazioni sacre o comunque solenni. E, del resto, chi direbbe che il “piede di Venere” che, con il dito centrale più lungo, è di per sé un’anomalia, non è sinonimo di bellezza, secondo la tradizione popolare, ma una deformità?

Didascalie

Fig.1 Esemplificazioni di esadattilia del piede e della mano

 

Fig. 2 Massimeno (Pinzolo), chiesetta della Madonna di Loreto: Pala d’altare (XVI secolo) e particolare con esadattilia

 

Fig. 3 Fig. 3 Urbino, Casa si Raffaello: Madonna con Bambino (1498) e particolare con esadattilia

 

Fig. 4 Castelvetrano (TP) Madonna di Porto Salvo (XVIII-XIX sec.) nella omonima chiesetta (foto di Laura Ingoglia)

 

Fig.5 Cefalù, Museo Mandralisca. Cratere attico con scena di Komos dionisiaco (Pittore della Centauromachia di Firenze, 480-470 a.C.) (foto dell’A.)

 

Figg. 5-6 Particolari della fig. precedente con piede del Sileno a sinistra e mano del Sileno a destra (foto di Sandro Varzi)

 

 

Per saperne di più: A. Tullio, I crateri attici del Museo Mandralisca e le maniere del Pittore di Firenze, in I vasi attici ed altre ceramiche coeve in Sicilia (Atti del Convegno internazionale, Catania-Camarina-Gela-Vittoria, 28 marzo-1 aprile 1990), Catania 1996, pp.141-154, figg. 1-21; Idem, Cefalù. Museo Mandralisca. Le raccolte archeologiche, Cefalù 2015, pp. 42, 93-94, figg.112-113.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il nostro sito web utilizza i cookie per assicurarti la migliore esperienza di navigazione. Per maggiori informazioni sui cookie e su come controllarne l abilitazione sul browser accedi alla nostra Cookie Policy.

Cookie Policy