24 OTTOBRE 2017 CENTENARIO DI CAPORETTO
(Irina Tuzzolino)
Dodicesima battaglia dell’Isonzo quella di Caporetto segna una crisi nella conduzione della Prima Guerra Mondiale, tanto che diventa un modo di dire dell’uso colloquiale per segnalare una situazione critica di sconfitta particolarmente cruenta e dolorosa. La sconfitta storica non coinvolge tutto l’esercito italiano, ma soltanto la Seconda Armata e il XII° Corpo d’Armata della Carnia. Il resto dell’esercito resiste ponendo le basi per la successiva vittoria conclusiva del conflitto a Vittorio Veneto, battaglia combattuta tra il 24 ottobre ed il 4 novembre 1918. L’enfasi posta sulla nostra Caporetto ha messo in ombra le sconfitte degli altri eserciti forse per il nostro solito ed incorreggibile gusto dell’autoflagellazione. Caporetto andrebbe contestualizzata con la lunga battaglia sul Piave, durata quasi due mesi, in cui trentacinque divisioni italiane respingono le più numerose divisioni austro-tedesche. Di questa vittoria è artefice Luigi Cadorna, stimato dai soldati, che col suo contestato bollettino dopo Caporetto da un lato accusa alcuni reparti di scarso coraggio, ma dall’altro concede fiducia al resto dell’esercito spronandolo al successo. Tuttavia presto è sostituito da Armando Diaz perché accusato di non avere previsto lo sfondamento di Caporetto.