ANCORA GISELLE AL MASSIMO DI PALERMO
(Gabriella Maggio)
Svetlana Zakharova
Una piacevole serata, dopo le nuvole e la pioggia del mattino, al Teatro di Verdura, sede estiva del Teatro Massimo di Palermo, ha accolto una bella edizione di Giselle, un classico del balletto ottocentesco. Il nucleo narrativo è costituito dall’amore infelice di Giselle per Albrecht, figlio del re, promesso ad un’altra fanciulla. Morta d’amore, Giselle è accolta dalle Villi , che nella mitologia slava sono delle giovani che vagano inquiete cercando di vendicarsi dell’uomo che le ha abbandonate, costringendolo a danzare fino alla morte per sfinimento. L’ideazione della trama è romantica, fonde amore, morte e credenze popolari. Autore del libretto è Jules Henry Vernoy de Saint Georges, a cui il tema venne suggerito da Théophile Gautier. La musica, dai toni tenui e orecchiabili sul tempo di valzer, è stata composta da Adolphe Charles Adam, molto noto a metà ‘800. L’opera sin dalla prima rappresentazione ha avuto sempre successo. Per lo spettatore moderno essa oggi rivela parecchie ingenuità a meno che non la si consideri soltanto una fiaba nella quale l’amore alla fine vince, Giselle salva Albrecht. Omnia vicit amor. Ma l’allestimento del 16 luglio 2017, già collaudato al S. Carlo di Napoli, ha liberato la storia dal peso degli anni grazie a due interpreti eccezionali, nei ruoli principali, Svetlana Zakharova, étoile del Teatro Bol’soj di Mosca e del Balletto del Teatro alla Scala di Milano, e Denis Rodkin primo ballerino del Bol’šoj. Agilità ed eleganza, grazia e leggerezza del gesto hanno caratterizzato la performance di Giselle ed Albrecht, unite a una convincente interpretazione drammatica. Buona la coreografia generale di Ricardo Nuñez ripresa da Patrizia Manieri, assecondata dal Corpo di ballo del Teatro Massimo. Ancora una volta il pubblico numeroso si è fatto facilmente trascinare agli applausi.