ABITARE-UNO SGUARDO INTORNO

(Pino Morcesi)

Dal latino  habitare, propr. «tenere», frequentativo di habere «avere», ha il significato di  avere come propria dimora e comprende  in sé sia il significato fisico che quello emotivo dell’abitare. Pur cambiando aspetto e struttura nel tempo, l’abitazione  ha mantenuto il ruolo di protezione della nostra quotidianità. Se in passato  essa non separava  l’economia domestica dal lavoro, è nella modernità che i due  aspetti cominciano a separarsi . Mentre progressivamente l’abitazione si chiude all’esterno, va parallelamente  arricchendosi all’interno, dove si diversificano  gli ambienti separando le zone “notte” e “servizi” da quelle “sociali”, aperte agli estranei, che vi accedono solo se invitati. In epoca postmoderna l’abitazione tende a trasformarsi in uno spazio aperto, open space, dove non ci sono più luoghi ben individuati per le varie attività casalinghe, ma è un luogo informale, che ciascuno arreda e vive liberamente, secondo una propria estetica, creando per sé  un confort rassicurante. Oggi nell’ ipermodernità , che secondo alcuni studiosi segue  la postmodernità, viene proposta  un’abitazione connessa con la strada e i cosiddetti non luoghi cioè i centri commerciali, le stazioni e gli aeroporti, ma anche alla rete internet. Diventa così teatro dell’esposizione e condivisione di sé e delle proprie esperienze. In questa abitazione l’estetica, che aveva dominato l’open space, cede il posto alla funzionalità. Il dominio della tecnica riduce l’area umana  di gestione dell’abitazione, che passa ai robot o come meglio, come oggi si preferisce dire,  bots, con una contrazione nata dall’accelerazione della comunicazione e del linguaggio comune, unita all’attrazione per le novità.  I bots, che di robotico al momento non hanno  quasi nulla perché non hanno braccia né gambe artificiali, sono oggi i programmi automatici, che sfrecciano nei mondi digitali e che per esempio ci aiutano quando facciamo una ricerca su Google. Tuttavia  ancora ci sforziamo di credere che il senso della vita che si svolge nella nostra abitazione non è dato dalla tecnica, ma dalla filosofia di chi l’abita,  anche se spesso non ne è consapevole.

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