DYLAN, OMERO, MELVILLE, REMARQUE

(Gabriella Maggio)

Il 13 ottobre 2016 l’Accademia Svedese  ha assegnato il Nobel per la letteratura a Bob Dylan per aver creato una nuova espressione poetica nell’ambito della tradizione della  grande canzone americana. Dopo un lungo silenzio il cantautore, all’anagrafe Robert Allen Zimmerman, comunica di accettare il Premio, ma  non partecipa alla cerimonia  del conferimento a Stoccolma. In questi giorni, dopo una  lunga attesa, Bob Dylan ha stilato il discorso ufficiale  di prammatica per ritirare il Nobel e il lauto assegno che l’accompagna. All’inizio del discorso il Nobel manifesta il suo stupore per essere stato prescelto, si avventura poi  nel vasto mondo letterario alla ricerca di autori ai quali agganciare la sua opera. Nelle sue canzoni Dylan ha parlato con tono elegiaco del nostro tempo, della modernità e del suo  disagio, ma anche della ricerca di un mondo migliore, pacifico e più giusto. Adesso nell’occasione del Nobel ritiene necessario dichiarare  ascendenze culturali alte per cui  indica come ispiratori : Omero, Melville, Remarque.  Dylan è indifferente ai contesti storico-culturali di riferimento, interpreta gli autori da un punto di vista essenzialmente tematico : l’esistenza e il destino umani, le atrocità della guerra. Quello che il Nobel ha in comune con i modelli indicati è perciò l’attenzione e l’interpretazione del mondo. Tuttavia consapevolmente Dylan sottolinea la differenza tra la canzone e  la letteratura nel fatto che la canzone nasce e vive nel canto, non è perciò destinata alla lettura. La sua canzone in particolare dispiega  tutta la sua forza espressiva in concerto di fronte ad un pubblico numeroso.

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