IL NUOVO RUOLO DELLE BIBLIOTECHE OGGI E NUOVE INIZIATIVE PER LA LETTURA
(Ida Rampolla )
(Biblioteca malatestiana-Cesena)
Per una fortunata coincidenza, questa conversazione legata al tema delle biblioteche e della lettura avviene nel corso del Maggio dei libri, che ha il sottotitolo Leggere fa crescere. Ma prima di parlare delle numerose iniziative che hanno per oggetto l’incoraggiamento della lettura, bisognerà partire dalla nuova funzione delle biblioteche nella società attuale. Perché nuova funzione? abbiamo seguito, negli ultimi tempi, la dolorosa chiusura di molte storiche biblioteche, come la Storia Patria di Palermo, poi fortunatamente riaperta. La crisi in cui versano in genere tutte le biblioteche induce ad alcune riflessioni sul loro destino oggi e nel prossimo futuro. Bisogna anzitutto esaminare la maniera in cui viene intesa oggi la funzione della biblioteca da parte dei cittadini e da parte delle Istituzioni. La mancanza di aiuti e di finanziamenti è già una risposta eloquente. In tempo di crisi economica, tutti pensano che vi siano necessità più impellenti : non è mai bello, però, fare una graduatoria fra i bisogni materiali e quelli spirituali e culturali. Anche prima della crisi, del resto, la cultura non era mai ai primi posti nei finanziamenti pubblici e veniva presa in considerazione soprattutto quando le varie manifestazioni servivano a dare lustro ai potenti che molte volte, quando partecipavano, lo facevano solo per desiderio di protagonismo. So di dire cose poco piacevoli, ma è noto che anche molti abituali frequentatori di manifestazioni cultural-mondane molte volte non sono mossi da autentico interesse, bensì da altre svariate e intuibili motivazioni. Vi è però, fortunatamente, anche un altro genere di pubblico, molto numeroso, che dimostra di apprezzare veramente la cultura. Ne è prova il successo delle associazioni che si propongono , attraverso gite e visite guidate, di far conoscere gli aspetti storici artistici del territorio. Ne è prova anche il grande successo delle Università della IIIa età, formate da “studenti “ che, a differenza dei loro compagni più giovani, sono autenticamente motivati, in quanto mossi solo dal desiderio di apprendere, di colmare le loro lacune e di rinfrescare le loro conoscenze, senza finalizzare tutto questo, come fanno i giovani, al lavoro o alla carriera. Eppure, anche questo pubblico benemerito non frequenta le biblioteche. Perché? Bisogna anzitutto interrogarsi sulla funzione che hanno oggi queste istituzioni, frequentate solo da studenti che preparano le tesi di laurea o da studiosi che preparano qualche lavoro. Il comune cittadino, anche se ama leggere, non vi mette mai piede. Ci sono due modi di accostarsi alle biblioteche, o meglio ci sono due modi con cui queste, oggi possono attirare i visitatori. Uno di questi due modi è molto più diffuso all’estero che da noi. Negli altri Paesi, le biblioteche vengono abitualmente inserite nei circuiti turistici. Vi sono anche piccoli centri che considerano la loro antica biblioteca non solo un importante monumento locale di cui essere legittimamente orgogliosi, ma anche, attraverso il turismo, una fonte di reddito. Ne è prova, in Francia, la cittadina di Sélestat, un piccolissimo paesino alsaziano che non ha nulla di particolare, se non una biblioteca che è la più antica biblioteca umanistica di Francia, giunta intatta fino a noi. Apparteneva a un famoso umanista il Beatus Rhenanus del xv secolo, che morendo l’aveva lasciata al paese natale, il quale l’ha sempre custodita e valorizzata come un tesoro. Tutti i viaggi organizzati e soprattutto tutti i congressi prevedono sempre una visita alla biblioteca, dove si respira un’atmosfera di austero raccoglimento ma dove sono esposti anche documenti e incunaboli di inestimabile valore. E, a questo proposito, voglio raccontare, per inciso, una curiosa scoperta che ho fatto in quella biblioteca, visitandola appunto durante un congresso. Nelle bacheche erano esposti i libri più antichi, aperti nelle loro pagine più significative. A un certo punto i miei amici francesi mi hanno chiamata per segnalarmi un’immagine che mi ha sorpreso anzi addirittura commosso. Un antico testo del XVI secolo conteneva un’immagine che riproduceva l’Europa sotto forma di figura femminile dall’aspetto regale. Portava infatti una corona sul capo e i due simboli della regalità, lo scettro e il mappamondo sormontato da una croce. Con la mano sinistra teneva lo scettro mentre il braccio destro, che con un po’ di buona volontà si poteva paragonare a uno stivale e sul quale era scritto infatti Italia, reggeva in mano un mappamondo dorato verso il quale era rivolto il suo sguardo che mostrava come la cosa più preziosa . Sul mappamondo era scritto Sicilia: una dimostrazione eloquente dell’importanza della nostra isla nel quadro europeo dell’epoca. La biblioteca aveva riprodotto l’immagine in una cartolina che naturalmente ho comprato e di cui vi mostro l’ingrandimento. Questo dimostra le scoperte che si possono fare nelle biblioteche anche dal quinto di vista storico e artistico. Per restare alla Francia, qualcuno forse ricorderà che lo scorso anno ospite dell’UCAI, sempre per la settimana delle culture, ho parlato del cardinale Mazarino, figlio di un palermitano nato a pochi metri da qui. Mazzarino, primo ministro di Francia, era anche un appassionato bibliofilo e un eccezionale cultore d’arte: nella sua biblioteca , che oggi è la seconda di Francia dopo la nazionale di Parigi, aveva raccolto un gran numero di libri dalle artistiche rilegature in pelle e oro che costituiscono, da soli, una straordinaria e unica collezione , La Mazarino è quindi oggetto di visite guidate proprio come scrigno di rarità artistiche: non a caso il nostro presidente della Repubblica Giorgio Napoletano, in visita ufficiale a Parigi, aveva voluto visitarla, anche per rendere omaggio al suo fondatore, un italiano di famiglia palermitana. Ma le biblioteche che contengono tesori d’arte sono moltissime e sarebbe impossibile citarle tutte. Tra quelle che ho visitato, sempre nel corso di un congresso, ricordo in particolare, a Vienna, quella asburgica, con la grandiosa sala barocca dalle imponenti e artistiche scaffalature e con collezioni uniche nel loro genere, come l’esposizione dei mappamondi, la più ricca esistente , o l’originalissimo museo dell’esperanto. Ma, in campo internazionale, è impossibile non fare un cenno alla biblioteca oggi più grande del mondo, quella di Alessandria, ricostruita negli anni ’90 con la collaborazione di moltissimi paesi, tra cui l’Italia: un complesso grandioso dall’architettura avveniristica, che oggi, come numero di visitatori, fa concorrenza alle Piramidi, e che si serve di tutte le risorse della tecnologia. Le otto sale di lettura comunicanti tra loro e disposte come i petali di un immenso fiore, dispongono di computer per ogni posto di lettura, per la consultazione di un patrimonio librario di milioni di libri: ma la biblioteca dispone anche di un centro congressi, di settori per non vedenti e per bambini, di musei e gallerie d’arte, di un planetario ecc. Ma torniamo all’Italia, ricchissima di biblioteche storiche di cui voglio citarne almeno una inclusa, una volta tanto, nei giri turistici: la biblioteca malatestiana di Cesena, un piccolo autentico gioiello rimasto intatto dal XV secolo , che detiene due primati assoluti: è stata la prima biblioteca civica d’Italia e d’Europa ed è stata inserita dall’Unesco nel Registro della memoria del mondo. E’ stato il primo bene culturale italiano ad avere tale riconoscimento. Fu edificata da un discepolo di Leon Battista Alberti per i frati francescani e finanziata da Domenico Malatesta, signore di Cesena. Una scoperta per i turisti. Concedetemi un piccolo riferimento a una biblioteca che mi sta molto a cuore, quella di Polizzi Generosa, che come biblioteca di paese è una delle più importanti della Sicilia e che nessuno conosce. E’ ubicata, come del resto anche la Nazionale e la Comunale di Palermo, in un antico Collegio dei Gesuiti , interessante anche dal punto di vista architettonico. Anche la biblioteca di Polizzi ha un patrimonio librario di tutto rispetto, risalente sia alla donazione del duca Lancia di Brolo, grande studioso e grande poliglotta, sia alle biblioteche dei numerosi conventi esistenti un tempo a Polizzi. Vi sono quindi incunaboli, cinqucentine, secentine e un rarissimo atlante geografico del ‘700 di provenienza francese. E non mancano le opere d’arte, come alcune sculture di Domenico Pagano, allievo del Civiletti e molto più apprezzato all’estero che da noi, una rara pittura del famoso caricaturista parigino Daumier e molte pregiate incisioni e stampe antiche. Eppure i visitatori hanno cominciato a venire solo quando abbiamo organizzato le mostre, come quella del giocattolo antico, diventata permanente, quella degli ex-libris d’arte, quella dei cappelli antichi, una rara collezione offerta da una signora palermitana , quella dei manifesti risorgimentali, anche questi molto rari, esposti in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Adesso sto organizzando, tra mille difficoltà, il museo della scuola, che sarebbe l’unico di tutta l’Italia meridionale, con qualche reperto di cui per ora non voglio parlare ma che costituirebbe un’autentica scoperta. E’ stato firmato inoltre un protocollo d’intesa con l’Università di Palermo per un polo didattico per la storia della didattica del francese. Vi è infatti un ricca raccolta di manuali e di materiale didattico che copre l’arco di quasi due secoli. Finora ho parlato di biblioteche da visitare come se fossero musei. Effettivamente contengono tesori degni di essere conosciuti e apprezzati : ma i libri non sono solo oggetti da museo, da ammirare solo per le artistiche rilegature, i fregi e le incisioni. I libri sono fatti per essere letti: e questo ci porta all’altro discorso da affrontare, quello della lettura.