IL PASSAGGIO DELLA CAMPANA – E’ trascorso un anno
(Enzo Maggi*)
E’ trascorso un anno. E’ trascorso un anno da quella sera in cui, con mani tremanti e tanta emozione, ricevevi dal Presidente uscente la Campana e il Martelletto, i simboli tangibili di una carica che ti poneva al vertice di un gruppo di persone animate, come te, da spirito di servizio nei confronti del prossimo. Quello stesso gruppo di persone amiche che ti aveva scelto per affidarti il compito di interpretare al meglio le finalità che le tiene unite, disegnando proposte e iniziative, indicando concrete realizzazioni, dare ancora più prestigio ad un Club che di prestigio ne ha da vendere. Adesso questi stessi oggetti pieni di simbolismo stanno per lasciare le tue mani per essere raccolti da altre mani, altrettanto tremanti, di un amico che ti succederà nelle tue attribuzioni e animato dagli stessi propositi che albergavano nella tua mente.Questo è il punto: sei riuscito ad operare in maniera tale da essere soddisfatto di te stesso e ad aver risposto alla fiducia che ti era stata accordata un anno prima? Nei pochi secondi che il Cerimoniere dedica alla formula di rito che preannuncia lo scambio delle consegne, l’intera annata si srotola nella tua mente e la rivivi totalmente e con partecipazione piena, come un film velocissimo del quale riesci però a bloccare alcuni “ferma immagine” riferiti agli episodi più salienti e importanti della tua annata. Episodi talvolta anche non positivi perché, lo devi riconoscere, non sono mancate incomprensioni e critiche che ti hanno fatto male, specialmente se erano da ricollegare a tuoi momenti di stanchezza e che ti hanno fatto temere di vedere scossa la fiducia che il Club aveva riposto in te. Qualche ora addietro ti stavi allacciando la cravatta nera e, davanti allo specchio, già stavi pensando a questo momento e non eri sicuro che saresti riuscito a tener ferma la voce quando dal microfono avresti pronunciato il tuo saluto di congedo. Ma a far tremare la tua voce non sarebbe stato il giusto orgoglio con il quale avresti elencato le tappe più importanti e significative della tua annata: in definitiva questo è quanto ci si aspettava da te. Sarebbe stata un’altra cosa: cercare e trovare negli occhi che tutti i presenti avranno fissi verso di te lo stesso affetto che un anno prima si rivestiva di incoraggiamento e di augurio e che oggi vorresti assumesse l’aspetto del consenso e del ringraziamento. E’ andata proprio così. E per questo ti sei commosso. Ma ora che stai consegnando al nuovo Presidente i simboli dell’autorità le tue mani non tremano. Sono ferme e lo sono perché debbono infondere coraggio e fiducia all’amico che dovrà percorrere lo stesso tragitto al quale tu stasera hai posto fine. E di cui devi essere orgoglioso perché anche se esso rappresenta soltanto un breve tratto del lungo cammino di una Associazione che si è messa in marcia nel lontano 1917, nella galleria dei Presidenti dei Lions Club rimarrà vivo il ricordo del tuo contributo, così come accadrà per il nuovo Presidente, al quale stai per consegnare la Campana. Non molto spesso ci si sofferma a riflettere sulla natura e la funzione di un Lions Club. Esso è la base, la cellula fondamentale dell’organizzazione lionistica e, quindi, nella sua articolazione territoriale la spina dorsale dell’Associazione. L’asse portante, la vita stessa dell’Associazione sono i Clubs, dove si realizza il contatto con la società con la quale e nella quale intende servire, percependone le esigenze, le aspirazioni, i bisogni attraverso il dipanarsi della vita quotidiana, concretamente, così come può accadere soltanto grazie alla sensibilità di persone che, volontariamente, proponendosi come Lions, hanno voluto porre a disposizione della società tempo e denaro, ma soprattutto intelletto e amore. Persone che, raggiunti altissimi traguardi sul piano professionale, privato o pubblico, e gratificate da non pochi riconoscimenti, non rincorrono attestati e promozioni, ma unicamente la gioia di alleviare un dolore, di suscitare un sorriso, di infondere una speranza. Se questo è un Club Lions, ne consegue che il suo Presidente ne è l’organo sia di propulsione ed iniziativa che di coordinamento dei contributi di idee e proposte che via via vengono rappresentate. Caro Neo- Presidente, sono trascorsi pochi mesi dalla tua elezione e, poiché conosciamo la tua preparazione lionistica, quanto affermato prima non ti sorprende. Per questo il tempo trascorso fino a oggi ti ha visto impegnato nel disegnare quello che ritieni possa essere il programma delle attività del nostro Club, nel solco della tradizione che lo contraddistingue, per la cui realizzazione chiamerai a collaborare tutti i soci e le loro Signore con contributi di idee, di pareri e, soprattutto, di partecipazione alla vita associativa. Quali collaboratori più vicini potrai, come i tuoi predecessori, contare sul totale impegno professionale dei tre soci che l’Assemblea, accogliendo i tuoi desideri, ti ha voluto affiancare. Ma, soprattutto, potrai fare affidamento sulla tua dolce consorte, la quale ti accompagnerà passo passo in questo impegno che si presenta come un percorso foriero di gradite soddisfazioni ma, perché nasconderlo, anche di qualche contrarietà. E allora troverai accanto a te la pazienza, l’intuito, la riflessività, i consigli della compagna della tua vita e vedrai che l’ostacolo non ti sembrerà più insormontabile. Il tuo discorso programmatico costituirà l’impegno non soltanto tuo, ma di tutto il Club, poiché sei assolutamente convinto che indicando i temi da trattare, gli incontri da svolgere, i services da realizzare hai interpretato fedelmente le aspettative dei soci che hanno riposto in te fiducia e affetto. L’attenzione verso quella parte di umanità che soffre, la riflessione su temi che appassionano la società nella quale viviamo, l’ampliamento del nostro bagaglio di conoscenze in campi normalmente non praticati nella nostra vita professionale, la migliore visibilità possibile sul territorio collaborando con le istituzioni nella loro attività di servizio rivolta al sociale e alla popolazione più bisognosa: saranno questi i cardini sui quali chiamerai il Club a muoversi. E non mancheranno anche momenti di vita spensierata, che forniranno a ciascuno di noi l’occasione di conoscerci anche in maglietta e jeans e non soltanto in cravatta nera!
Buon lavoro a te, Presidente!
E anche a ciascuno di noi.
Roma, 2 luglio 2000
*L.C. Roma Aurelium