UTOPIA
(Daniela Crispo)
Secondo A. France : Le utopie sono l’origine di ogni progresso alla ricerca di un futuro migliore. Il nome utopia indica un paese ideale, un luogo che non esiste, è stato coniato da Thomas More nel suo famoso libro, Libellus … de optimo reipublicae statu deque nova Insula Utopia, pubblicato nel 1516, unendo le voci greche οὐ non e τόπος luogo. Utopia è un’isola in mezzo all’Atlantico che ha un assetto politico- sociale-religioso, fondato su un rigido criterio egalitario di diritti e doveri. Ḗ proposto come modello ideale alla società contemporanea dove regnano disuguaglianza e ingiustizia. Già Platone ed Aristotele avevano immaginato civiltà ideali collocate in qualche luogo remoto della terra e in epoca cristiana queste erano state trasferite dalla terra al cielo. Sono le esplorazioni geografiche cinquecentesche relative al Nuovo Mondo che rilanciano il concetto di un luogo lontano e perfetto, situato lungo le nuove rotte di navigazione. In questo contesto si colloca l’opera di Thomas More. Da allora si sono succedute altre utopie. Un elemento comune a tutte è quello di una società chiusa che impedisce il progresso dell’uomo perché si fonda su un ordinamento troppo rigido ed un governo molto centralizzato ed assoluto, come sostiene L. Mumford autore di una Storia dell’utopia. L’uniformità, infatti, non è un bene in se stessa, ma solo nella misura in cui serve a promuovere associazioni o relazioni sociali. Tuttavia l’utopia dà forma alle speranze umane di una società migliore e stabilisce un rapporto dialettico con la società esistente. Oggi i motivi ideali delle antiche utopie diventano efficienza, comfort e tecnologia, le loro realizzazioni si trovano in un luogo preciso e non misterioso e sperduto. A 65 chilometri da Seul è stata realizzata Songdo, un progetto urbanistico ad altissima tecnologia dove tutto viene regolato da un unico centro di controllo. Un’utopia tecnologica che controlla costantemente macchine e uomini.