L’IMMONDIZIA È NOSTRA E GUAI A CHI CE LA TOCCA

(Carlo Barbieri)

Visti da lontano, i cumuli di immondizia di tante nostre città sembrano bouquet di fiori, hanno i colori della Vucciria dipinta da Guttuso. Una meraviglia che apprezzano solo i turisti, che non si stancano di fotografarli. Ma perché proprio noi, che ne siamo i legittimi proprietari, non cominciamo a valorizzarla, l’immondizia? Perché non le diamo un posto stabile nel panorama ludico-culturale della vita cittadina? Ma pensate quante idee per una “sagra dell’immondizia”: si potrebbero organizzare cacce al tesoro tipo ago nel pagliaio, “Trova l’ago e vinci l’AIDS”, gare di cani di riporto da pannolone, battute di caccia al sorcio che si concluderebbero in allegre arrostite alle falde dei cumuli più alti… e se i comuni interessati riuscissero a procurarsi un cannone da neve, magari in prestito, avremmo pure piste da sci sotto casa.Potremmo impiantare solide attività economiche, altro che. Basta che uno si metta a pensare un poco, ed ecco che le idee fioccano. Sentite questa. C’è la crisi o no? C’è. Ed è vero o no che in tempo di guerra si inventarono “gli orti di guerra” dove si coltivavano patate e pomodori pure nelle aiuole spartitraffico? Verissimo. E noi allora trasformiamo i cumuli di immondizia in fungaie. Magari evitiamo di darle in appalto a qualche società controllata dal comune, se no finisce che ogni fungo ci costa cento euro e per di più magari è una amanita, selezionata da qualche furbissimo funzionario “perché sono i funghi più belli”. Che ve ne pare? E sentite quest’altra: ricerca scientifica. Ci facciamo una montagna di soldi. Come? Ve lo dico subito. Pensate quanto pagherebbe una multinazionale farmaceutica per mettere le mani in anteprima su batteri e virus ancora sconosciuti. Ho pronto lo slogan: “Venite da noi a studiare oggi quello che colpirà il mondo domani”. Per giocare d’anticipo sulla concorrenza ci pagherebbero cifre enormi e diventeremmo tutti ricchi. Insomma, signori amministratori dei comuni sepolti dai rifiuti, non facciamo che un giorno ci svegliamo e ci ritroviamo che avete ripulito le strade? Non facciamo scherzi. Le speranze per un futuro migliore sono ormai nell’immondizia.

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