Chiesa dei Ss. Giosafat e Liberale dei Calabresi
(Giacomo Cangialosi)
La chiesa dei calabresi residenti a Palermo venne fondata nel 1600 in una strada parallela a via delle Pergole e che oggi ha preso il nome da S. Giosafat. Nel 1596 alcuni calabresi devoti si facevano leggere nel giorno di domenica la vita di alcuni santi e un giorno, ascoltando le eroiche gesta dei Ss. Giosafat e Liberale s’infiammarono a tal punto di devozione che deliberarono di fondare una chiesa per la loro “nazione” dedicandola a questi santi. Pertanto costruirono una piccola cappella e vi sistemarono un quadro della Madonna dell’Itria ma, essendo molto angusta tanto da non potere contenere i devoti, Battista Piro Cosentino insieme ad altri prese in affitto una casa collaterale edificando una chiesetta e i calabresi s’impegnarono a pagare annualmente una certa somma per realizzare il loro progetto, anzi, non essendo più bastevole la casa acquistarono anche alcuni pezzi di terreno. I fedeli calabresi che entravano in questa chiesa nel giorno festivo della Madonna dell’Itria ottenevano l’Indulgenza plenaria per bolla di Clemente VIII, mentre i non calabresi avevano l’Indulgenza parziale in altre feste della Madonna. Nel 1629 infine acquistarono un altro immobile, avvalendosi del privilegio della strada Maqueda, per costruire la sacrestia. Per mantenere la chiesa il Senato impose che tutti i calabresi, che venivano a Palermo per motivi di lavoro, dovevano pagare una tassa. Nel 1700 la chiesa venne quasi del tutto ricostruita e finalmente nel 1705 la fabbrica era completata. In tale data passò ai macinatori di grano per cui è verosimile che la ricostruzione avvenne ad opera di tale maestranza. Nel 1857, infine, la chiesa era stata acquistata dalla confraternita di S. Anna dei pastai. Nel 1910 venne ceduta per disposizione della Curia Arcivescovile alla neofondata confraternita di Maria SS. della Mercede (nata da alcuni giovani confrati distaccatisi da quella omonima della chiesa di S. Giovanni dei Tornieri già ai Cartari nella chiesa dei Mercedari scalzi), già però nel 1940 la chiesa versava in cattive condizioni statiche per cui la confraternita aveva chiesto il trasferimento in altra sede. Nel mese di luglio del 1943, colpita dalle bombe, veniva totalmente distrutta. La chiesa aveva il frontespizio rivolto ad oriente e aveva un portale tra due colonne con sopra una finestra semicircolare e timpano triangolare, a destra vi era il campaniletto. L’interno era a navata unica con piccolo presbiterio: vi erano venerate un’immagine del Crocifisso, la Madonna dell’Itria e quella dei Ss. Giosafat e Liberale: nulla si sa della loro destinazione e se sopravvissero alla distruzione. Del sacro edificio rimane oggi solo uno scalino e al suo posto vi è un condominio moderno di dubbio gusto. Resta il ricordo solo nella toponomastica: via S. Giosafat.