POPULISMO
(Daniela Crispo)
Il populismo è stato un movimento politico russo delle seconda metà del XIX sec. nel quale alcuni intellettuali si proponevano di migliorare le condizioni dei ceti più disagiati con azioni di propaganda e di insurrezione. L’avvenimento più importante è stato l’assassinio dello zar Alessandro II nel 1881. Oggi la parola populismo ha assunto una sfumatura negativa e i suoi seguaci, i populisti, sono coloro che in politica dichiarano di stare con la gente comune, contrapponendosi alle èlite di potere con espressioni e toni che fanno appello alle paure e alle insicurezze diffuse e nello stesso tempo esaltano in modo velleitario e demagogico il popolo ritenuto depositario di valori assolutamente positivi. Il populismo è un grave sintomo di malessere socio-politico e cresce nell’invidia e nel rancore della gente delusa dal ceto politico. I leader populisti tendono ad aggirare le istituzioni statali cercando un rapporto diretto e immediato con la gente, stabilendo una mobilitazione permanente il cui consenso e sostegno costituisce una difesa del populismo stesso e del suo leader. Gli eventuali fallimenti dei leader populisti non vengono di solito ascritti all’inconsistenza ed alla irrealizzabilità delle loro idee, ma alla pervicace resistenza dei ceti più ricchi e delle lobby di potere. Questo fenomeno non dovrebbe essere considerato frutto di ignoranza e arretratezza, ma come un movimento che ha una sua razionalità ed un linguaggio un proprio e come tale analizzato e studiato, considerato che tutte le democrazie contemporanee sono esposte a tentazioni populiste, come spesso si legge sulla stampa.