FRANCESCO VULTAGGIO E ALBERTO MANIACI RICREANO, PER LA MAZZOLENI, LE ATMOSFERE DELL’OPERA
(Gaetano Albergamo)
Francesco Vultaggio
In grande spolvero il Concerto di ripresa, dopo la pausa estiva, della XXXI Stagione degli Amici dell’Opera Lirica Ester Mazzoleni con la presenza soggiogante del giovane affermato baritono siciliano Francesco Vultaggio, ricco del magistero di Simone Alaimo, che ha messo in rilievo peculiari qualità di cantante interprete ma soprattutto duttile ed intelligente capacità di affrontare un programma ampiamente articolato che spaziava dal Mozart delle Nozze di Figaro e attraverso il Bellini de I Puritani, il Donizetti del Poliuto e dell’Elisir d’amore giungeva alle toccanti e dolenti note nell’Addio di Rodrigo dal verdiano Don Carlo. Dopo un felice Intermezzo tostiano, in conclusione, due pagine dedicate allo Schicchi di Puccini e al Cappello di Paglia di Firenze di Rota.
Al centro Toti Aiello presidente dell’Associazione Ester Mazzoleni
Tante frecce al suo arco che gli hanno consentito, pur se con giovanile esuberanza e passione, di donarsi al pubblico, di captarne l’ammirazione per l’emissione in genere morbida, volume, cura dello stile e risultando pienamente vincente nel vestire i panni ora drammatici ed eroici (notevoli la cabaletta “No l’acciar non fu spietato” dal Poliuto e l’abbandono di “O Carlo ascolta” miniato con sentimento e teneri palpiti) ora elegiaci e disponibile a raccontarci i sogni e le pene del grande Tosti. Accattivante per la simpatica comunicativa, per la pienezza vocale, ma soprattutto la padronanza scenica il suo Dulcamara, lo Schicchi, il Beaupertuis coronati dal Figaro rossiniano in bis. Un momento assolutamente straordinario ed assai godibile, l’esecuzione del duetto Don Pasquale- Malatesta in cui si sono cimentati il mentore Simone Alaimo in consonanza assoluta col suo pupillo. Alaimo ha dato ancora una prova ammirevole della sua vis teatrale, carica di tanta esperienza, di sperimentata tecnica e ancora di tanta carica espressiva. Generoso il suo gesto, un bel pezzo di Teatro che ci riconciliava con un artista che abbiamo sempre apprezzato per la statura di interprete, memorabile per noi della Mazzoleni la ripresa nel secolo scorso del dantesco Canto del Conte Ugolino scritto da Donizetti per Lablache. Di grande risalto e presenza il pianismo di Alberto Maniaci pronto al dialogo suadente con gli artisti, regalando colori ed accenti brillanti e sciolti con sonorità sempre sorvegliate. Pregevole anche l’esecuzione di Inside di cui è malinconico e assorto autore. Pieno ed entusiastico il consenso del pubblico che nella suggestiva ed elegante sala Almeyda dell’Archivio Storico Comunale ha potuto vivere una serata all’Opera.