8 settembre 1943
(Gabriella Maggio)
« Il governo italiano, riconosciuta la impossibilità di continuare la impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell’intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione, ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane. La richiesta è stata accolta. Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza».
Con queste parole diffuse via radio il maresciallo Pietro Badoglio, capo del governo, l’8 settembre rendeva noto agli Italiani l’entrata in vigore dell’armistizio di Cassibile, firmato il 3 settembre. Questa data segna un avvenimento importante per gli sviluppi futuri che portano alla Resistenza, al Referendum su Monarchia e Repubblica ed alla Repubblica Italiana. I protagonisti di allora sono scomparsi o molto anziani, più che novantenni. Poco ricordano e altrettanto poco raccontano. Parlano i libri di storia, letti per lo più dagli addetti ai lavori, mentre i media manifestano scarso interesse, inseguono e rimestano soltanto il gossip politico in nome dell’indice di ascolto e dell’orientamento dell’opinione pubblica. Ma la comprensione logica della Storia e di quanto oggi accade non prescinde dalla sincronia e dalla diacronia. Un fatto può essere insignificante o ricco di significato e conseguenze solo nel tempo, quando appare chiaro il legame con altri fatti. Questo è il senso del ricordo dell’8 settembre, considerarlo la fine di un’epoca storica. Da quella data è cominciata la storia dell’Italia democratica, proclamata il 2 giugno 1946, di cui si sono festeggiati quest’anno i settant’ anni.