PAROLE DI POETA
(Gabriella Maggio)
Tindari (Foto di Cetty Battaglia)
Vento A Tindari
Tindari, mite ti so
fra larghi colli pensile sull’acque
delle isole dolci del dio,
oggi m’assali
e ti chini in cuore.
Salgo vertici aerei precipizi,
assorto al vento dei pini,
e la brigata che lieve m’accompagna
s’allontana nell’aria,
onda di suoni e amore,
e tu mi prendi
da cui male mi trassi
e paure d’ombre e di silenzi,
rifugi di dolcezze un tempo assidue
e morte d’anima.
A te ignota è la terra
ove ogni giorno affondo
e segrete sillabe nutro:
altra luce ti sfoglia sopra i vetri
nella veste notturna,
e gioia non mia riposa
sul tuo grembo.
Aspro è l’esilio,
e la ricerca che chiudevo in te
d’armonia oggi si muta
in ansia precoce di morire;
e ogni amore è schermo alla tristezza,
tacito passo al buio
dove mi hai posto
amaro pane a rompere.
Tindari serena torna;
soave amico mi desta
che mi sporga nel cielo da una rupe
e io fingo timore a chi non sa
che vento profondo m’ha cercato.
(Salvatore Quasimodo)
Il tema della nostalgia, del forte legame con la terra d’origine, oggi si ripropone attuale a causa del terremoto che ha distrutto diversi centri dell’Italia centrale. La tristezza di Salvatore Quasimodo, che ha lasciato la Sicilia e vive a Milano, si fa interprete di quella dei superstiti rimasti privi di ogni cosa cara, affranti dal timore di doversi stabilire altrove.