XXXI OLIMPIADE
(Gabriella Maggio)
Dal 5 al 21 agosto si sono svolti a Rio de Janeiro i giochi della XXXI Olimpiade che hanno riguardato 28 discipline, includendo il golf ed il rugby a 7. Molte le apprensioni per la logistica e la sicurezza, ma a conclusione ci si può ritenere soddisfatti. Del Brasile solo l’apparenza, la bella facciata filmaiola delle Olimpiadi, dietro la quale si celano miseria e degrado. Ma non è compito dei giochi scavare a fondo, denunciare i problemi e tanto meno risolverli. Il loro compito è quello di coinvolgere e cooptare i diversi Paesi ospitanti nella comunità delle nazioni che contano, prendendo parte ufficialmente a tradizioni condivise a livello mondiale. Rio è la prima città del Sudamerica ad ospitare i giochi, voluti fortemente dal presidente Lula nel 2008, che si faceva portavoce dei continenti esclusi. Dietro le performance degli atleti e le loro storie personali, che talvolta vengono raccontate, c’è per i ceti più agiati la grande opportunità di fare affari e accumulare ricchezza, secondo il modo di dire che il denaro chiama altro denaro. I problemi storici della nazione ospitante sono un’altra cosa. Alla XXXI Olimpiade ha partecipato la squadra dei rifugiati, composta da dieci atleti, che però dopo la sfilata inaugurale non ha avuto adeguata attenzione mediatica. La presenza del pubblico degli stadi è stata poco numerosa. Il clima di entusiasmo che aveva accompagnato la candidatura di Rio è mutato, Lula e la Presidente Dilma Roussef sono inquisiti, quella che sembrò una grande opportunità per il Brasile ed il continente sudamericano sembra finire in dissolvenza con le scene finali della conclusione dei giochi. Tra quattro anni le Olimpiadi si svolgeranno a Tokio.