TRA PASSATO E PRESENTE
(Daniela Crispo)
Quando si parla dell’Europa odierna si cerca spesso di rintracciarne esempi del periodo romano o medievale, quasi a rafforzare l’idea dell’unità del continente attraverso antichi legami di cultura e di storia. È soprattutto oggi che si avverte la fragilità dell’Unione. Se si guarda al trattato internazionale di Schengen entrato in vigore nel 1990, che sancisce la libera circolazione di persone e merci tra i Paesi membri della UE, il riferimento più ovvio nell’antichità romana sembra la Constitutio Antoniniana del 212 d.C. emanata dall’ imperatore Marco Aurelio Antonino, detto Caracalla, per l’abitudine di portare un mantello col cappuccio di origine celtica ( dal tardo latino caracalla), che concedeva la cittadinanza romana a quasi tutti gli abitanti dell’impero che ancora ne erano privi. Ne erano infatti esclusi i dediticii , cioè coloro che erano stati vinti in guerra e si erano consegnati ai Romani senza riconoscimento di alcun diritto.Inoltre l’estensione della cittadinanza non prevedeva probabilmente l’estensione di un’ eguaglianza di diritti. L’analogia è, quindi, apparente e non soltanto per questi particolari, ma per la profonda diversità delle civiltà contemporanea e tardo-imperiale. La più evidente: le motivazioni dell’imperatore che emana l’editto. Caracalla ha finalità stringenti , estendere il pagamento delle imposte sino ad allora dovute soltanto dai cives , come sostiene Cassio Dione, attirare a sè il consenso delle élite dopo l’uccisione del fratello Geta, favorire i provinciali, dando loro la possibilità di accedere al cursus honorum. Il trattato di Schengen è una cooperazione intergovernativa che sancisce l’eguaglianza dei cittadini. L’editto di Caracalla ci è tramandato da un frammento di papiro ( Papyrus Giessen 40) acquistato dall’Università di Giessen nel 1901 da un antiquario (v. foto).