AN DIE FREUDE
(Natale Caronia)
L’inno europeo, che ascoltiamo frequentemente in occasione delle nostre conviviali Lions è, notoriamente, il quarto tempo della nona sinfonia che Beethoven musicò utilizzando i versi di Schiller, di cui riporto la prima strofa:
Freude, schoner Gotterfunken, Gioia, bella scintilla degli dei,
Tochter aus Elysium, figlia degli Elisi,
wir betreten feuertrunken, ebbri e ardenti noi entriamo,
himmlische, den Heiligtum! creatura celeste, nel tuo santuario!
Deine Zauber binden wider I tuoi incantesimi tornano a legare
was die Mode streng geteilt, ciò che la moda ha severamente diviso
alle Menschen werden Bruder tutti gli uomini diventano fratelli
wo dein sanfter Flugel weilt. dove la tua dolce ala si posa.
Beethoven fu europeista convinto tanto da dedicare la sua terza sinfonia a Napoleone Bonaparte. Egli, tedesco di Bonn, vide nelle armate napoleoniche che invadevano l’Europa, la possibilità della sintesi continentale in un solo organismo pacificato, senza sanguinose, periodiche guerre. La terza sinfonia, giudicata un monumento dal Maestro Riccardo Muti, ha due motivi fondamentali: uno che richiama i suoni guerreschi con trombe e suoni di mitraglia; un altro, lirico, che richiama il sereno lavoro dei campi. Beethoven ritenne le conquiste napoleoniche l’ultima guerra e le sue devastazioni l’ultimo sacrificio necessario prima della pace duratura che inevitabilmente sarebbe arrivata. Così come le legioni romane avevano conquistato con le armi i popoli, apportando nel contempo benefici con leggi, strade, acquedotti, progresso, cittadinanza nel contesto della struttura organica dell’impero romano, così l’unificazione europea fatta con le armi dall’Armèe, avrebbe prodotto benefici duraturi e la fine di lotte fratricide. Ma l’autoproclamazione ad imperatore di Napoleone distrusse l’illusione europea di Beethoven, che si rese conto dell’enorme ambizione dell’uomo e della sconfitta del suo sogno, per cui ritirò la dedica che gli aveva fatto con l’eroica. La storia ci ha consegnato altre guerre franco-prussiane, due guerre mondiali ed altri conflitti meno clamorosi ma altrettanto sanguinosi. E’ soltanto da 70 anni che il continente europeo non è afflitto da guerre, sebbene le turbolenze finanziarie ci dicono che le battaglie si sono spostate su altri fronti. Ciò è avvenuto perchè l’Unione Europea è in atto un mercato comune e, a parte leggi e regolamenti finanziari, ha ancora politiche differenti e una debole politica estera e del welfare. Sebbene esista il legame storico greco-romano e della religione cristiana, il cammino rimane ancora lungo. Speriamo non sia troppo lungo.