CAPPELLA DELLA SOLEDAD DEGLI SPAGNOLI NELLA CHIESA DI S. DEMETRIO
(Giacomo Cangialosi)
Cappella della Soledad
Anche se non si tratta di una chiesa ma di una “semplice” cappella bisogna inserire anche questa della Soledad nelle pertinenze delle nazioni straniere. La chiesa cui era annessa, e che era dedicata a S. Demetrio, vantava un’origine molto antica e già se ne fa menzione nel 1439, i Padri Trinitari l’ebbero nel 1589. Purtroppo venne bombardata nel 1943 e poi demolita anche se le foto d’epoca dimostrano che si sarebbe potuta salvare.
Chiesa di S. Demetrio bombardata
Anche la cappella della Soledad che si trovava all’inizio della navata di destra subì alcuni danni ma per fortuna venne risparmiata dalla demolizione; la cappella era riconoscibile dall’esterno in quanto nella parete esterna che prospetta su piazza della Vittoria era, ed è ancora, un piccolo bassorilievo marmoreo con la Vergine inginocchiata dinanzi alla Croce. Oggi al posto della chiesa di S. Demetrio è stato realizzato un salone ad uso della Cattedrale, si osservano ancora alcune colonne dell’edificio riutilizzate. La cappella venne restaurata dai danni subiti dai bombardamenti a spese della nazione spagnola e il restauro venne completato nel 1957 anno in cui venne inaugurata dal Cardinale Ernesto Ruffini; oggi è affidata alla cura delle suore Teresiane. La cappella della Soledad della nazione spagnola, che ancora ne conserva il patronato, venne fondata nel 1590 essendo viceré il conte di Albadalista. Nel 1732 Carlo VI la dichiarava cappella imperiale e la poneva sotto la protezione dell’imperatore stesso. All’inizio vi era una confraternita sotto lo stesso titolo formata solo da spagnoli ma già all’inizio del XIX secolo ne facevano parte molti siciliani. Tale sodalizio divenne famoso perché nello stesso anno della fondazione venne organizzata, nel giorno del Venerdì Santo, una processione di Misteri della Passione con alcuni confrati che si flagellavano. Dopo pochi anni la processione perse tale caratteristica e veniva realizzata con le statue della Vergine addolorata e del Cristo morto: era una delle più seguite della città. Con il passare dei secoli si affievolì la devozione e la confraternita si sciolse, venne poi ricostituita nella chiesetta di S. Anna dei Calzettieri di Rua Formaggi ed oggi ha sede nella chiesa di S. Nicolò da Tolentino. La cappella è preceduta da un artistico cancello e al’interno ed è suddivisa in due parti da tre archi sorretti da due colonne. E’ tutta incrostata di marmi nelle pareti compreso l’altare dove, dentro una nicchia realizzata in marmi mischi, è venerata una statua lignea proveniente, secondo la tradizione, dalla Spagna raffigurante l’Addolorata della Soledad del XVI secolo raffigurata inginocchiata.
L’anticappella è in stile neoclassico e venne realizzata su progetto di Venanzio Marvuglia in uno stile composto ed elegante, precede la cappella vera e propria realizzata da Paolo Amato, esuberante nella decorazione barocca che incornicia pitture di Olivio Sozzi che raffigurano scene della Passione di Cristo.
Cappella della Vergine di Guadalupe nella chiesa della Gancia
Tabernacolo della Cappella di Guadalupe
Tra le pertinenze della Spagna bisogna ricordare pure la Cappella della Madonna di Guadalupe della chiesa di S. Maria degli Angeli (La Gancia) fondata dalle nazioni Castigliane e Biscaine. Posta a destra del presbiterio, vi si trova, nel pavimento, la sepoltura della nazione spagnola realizzata nel 1522. Nell’altare è venerata un’antica immagine lignea della Madonna di Guadalupe attualmente esposta nel Museo della città a palazzo Ajutamicristo in quanto la cappella è in restauro da vari decenni. Alle pareti vi sono quadri di Vincenzo Bongiovanni con storie della Titolare e stucchi attribuiti a Giacomo Serpotta. Vi sono custoditi alcuni sarcofaghi di famiglie spagnole e le lapidi funerarie degli inquisitori del Sant’Uffizio fra le quali quella dell’Inquisitore Juan Lopes de Cisneros ucciso nelle carceri dello Steri dall’eretico Fra Diego La Matina.