UN UOMO E I SUOI SOGNI: I GIOVANI DI BRANCACCIO RICORDANO ROBERTO G. TRAPANI DELLA PETINA E I SUOI VALORI

(Daniela Scimeca)

R.G. Trapani della Petina

Lo scorso 27 aprile, presso il Teatro Brancaccio, si è svolto lo spettacolo dal titolo “Un uomo muore veramente quando si dimenticano i suoi sogni”, che ha tratto ispirazione da testi di Roberto G. Trapani della Petina fondatore dell’Istituto Superiore per la Difesa delle Tradizioni che, nel corso degli anni, ha portato avanti diversi progetti. Lo spettacolo mostrava il dietro le quinte di una giovane compagnia teatrale che decide di studiare un nuovo copione e comincia a leggere e provare le diverse scene in un clima piacevole in cui traspare l’affiatamento reciproco. I ragazzi si alternano nei personaggi e nei dialoghi resi ancor più vivaci dal dialetto e dalle battute improvvise. Il contesto del metateatro è anche occasione originale per discutere dell’arte teatrale in sè, dei suoi modi espressivi, dell’aproccio soggettivo ai personaggi interpretati e per incercalare alle prove di recitazione qualche poesia sulle tradizioni e sull’identità siciliana, alcune riflessioni sui mali dell’isola e sulle tante piaghe che la affliggono, sulla consapevolezza del proprio passato. Nella parte finale, è evidente la volontà di trasmettere valori come l’importanza delle regole e della legalità (parola, ahinoi, oggi troppo usata ma non sempre messa in pratica), il rispetto per il diverso e il conseguente dialogo costruttivo per una sana convivenza e per l’incoraggiamento alla solidarietà che hanno lo scopo di arricchirci. Il  finale è aperto e incoraggia all’azione, invita il cittadino a coltivare nella vita di ogni giorno quei valori che dovrebbero essere parte integrante del nostra coscienza, così come era nell’intento di chi ha ispirato tale lavoro. La scena senza orpelli, scenografie o costumi è tutta per questi attori alle prime armi guidati dalla regista Giuditta Perriera e si nota l’enorme lavoro che ciascuno ha fatto su se stesso per vincere timidezze o paure adolescenziali. I giovani si sono mostrati spigliati e hanno affrontato il pubblico con una certa sicurezza e in effetti lo spettacolo non è altro che il culmine di un laboratorio teatrale portato avanti, nel corso dell’anno, dai licei Danilo Dolci e Ernesto Basile, grazie all’Associazione culturale  ‘Al Fawarah’ che da circa un decennio porta il teatro all’interno della scuola facendo sperimentare ai ragazzi l’alto valore formativo di quest’arte così empatica che ci fa commuovere e riflettere allo stesso tempo ed è fautrice di una crescita consapevole e proficua. Grazie queste iniziative il teatro diventa un interesse che i ragazzi continuano a coltivare nel tempo, infatti, molti di loro, grazie a tali esperienze, hanno scoperto una vera e propria passione per la recitazione.

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