L’ARTE DELLA STAMPA
(Pino Morcesi)
Il delfino che si attorciglia ad un’ancora come pure il motto Festina lente ( affrettati con calma) è il simbolo della stamperia di Aldo Manuzio, fondata a Venezia in contrada Sant’Agostin nel 1494. Dotto in greco e latino, secondo la buona istruzione umanistica, amico di Giovanni Pico della Mirandola, Manuzio ha rivoluzionato l’arte della stampa perfezionando il formato del libro portatile in ottavo e inventando il corsivo ad imitazione delle lettere dei manoscritti greci: i caratteri aldini. Il primo esemplare è il Virgilio del 1501. Grazie alla qualità della carta, al suo taglio, secondo schemi geometrici ispirati ai calcoli di Luca Pacioli, all’uso di caratteri nitidi, all’elegante spaziatura del testo, alle illustrazioni, il libro diviene un oggetto d’arte. Come testimonia la mostra “Aldo Manuzio” visitabile a Venezia fino al 19 giugno prossimo. Manuzio ha appreso l’arte di stampare da Sweynheim e Pannartz , che la portano in Italia intorno alla metà del’400. La sua attività tipografica si svolge nel contesto storico e culturale del Rinascimento, vi si contestualizza animata dal progetto di tramandare il patrimonio culturale greco- latino, sottraendolo al rischio di cadere nuovamente, come era accaduto nel Medio Evo, nell’oblio. A Venezia in quegli anni fioriscono gli studi classici grazie alla presenza del cardinale Bessarione e del suo seguito e di molti altri studiosi rifugiatisi nella città lagunare dopo la caduta di Costantinopoli in mano turca nel 1453.I libri aldini si diffondono presto in Europa grazie al circuito commerciale della Serenissima. Questo incita gli scrittori a volere stampare da Manuzio per garantire la più ampia circolazione possibile, per quei tempi, alle loro opere. Ai classici antichi sono affiancati quelli moderni come gli Adagia di Erasmo da Rotterdam e gli Asolani di Pietro Bembo. La fiorente impresa culturale ed economica di Aldo Manuzio dura circa un ventennio.