I NOVANT’ANNI DI DARIO FO
(Gabriella Maggio)
Oggi il nostro premio Nobel per la Letteratura compie 90 anni e ci sorprende con questa battuta : Che baccano, che confusione. Ma cosa è mai compiere 90 anni… A me non fa nessun effetto. Ancora una volta interpreta il ruolo della gente di teatro, quella con la battuta sempre pronta a spiazzare l’ascoltatore. Il 9 ottobre del ’97 è stato insignito del Nobel per la letteratura con la motivazione : Perché, seguendo la tradizione dei giullari medievali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi. Non sono mancate le polemiche e molti sono stati quelli che si sentivano più degni di Fo. Tuttavia il Nobel è andato a lui. Autore ironico sarcastico duramente satirico. Erede, forse ignaro, dell’italum acetum connotato dalla volgarità della fescennina iocatio con funzione apotropaica e da quella dei carmina triumphalia, che ricordavano al comandante che benchè vittorioso era sempre un uomo; poi dalla satira di Lucilio, Persio, Giovenale aggressiva contro i vizi del loro tempo e l’arroganza del potere. Non dimenticando naturalmente il suo passare nella giulleria medievale, di cui Fo illustra l’origine in Mistero Buffo, che in una sua sezione tratta proprio dell’origine del giullare. Il suo teatro è fondato sulla narrazione orale della vicenda in cui l’attore protagonista non s’identifica col personaggio. Oggi il prevalente gusto satirico si allontana dal sarcasmo e tende a ammorbidirsi, ad avvicinare l’oggetto della satira allo spettatore, nell’ammiccamento alla comune debolezza umana, che genera simpatia più che indignazione. L’asprezza dell’aceto si muta in agrodolce. Non resta pertanto che augurare a Dario Fo buon compleanno.