PIETRO MANZELLA PUBBLICA L’OTTAVA RACCOLTA DI POESIE
(Gabriella Maggio)
Il 20 febbraio 2016 nella sala conferenze della Mondadori di Palermo Pietro Manzella ha presentato la sua ottava raccolta poetica SEMI ed. Giuseppe Laterza –Bari-2015. La raccolta accoglie 52 poesie scritte dal ’67 al ‘2015, disposte in ordine cronologico progressivo e divise in tre sezioni indicate con i principi : fuoco, terra, aria, secondo l’antica tradizione filosofica, per indicare un percorso di ricerca interiore verso una sempre più chiara consapevolezza di ciò che è essenziale e nobile nella vita. La raccolta ha una struttura circolare che va dalla dedica ai miei figli all’ultima poesia Semi. Come dai semi si sviluppano le nuove piante così attraverso i figli continua il messaggio del poeta. A dispetto dell’aridità della terra/ società, Pietro Manzella riesce ad ottenere primizie di fiori e frutti che consolano la vita e almeno provvisoriamente ricuciono lo strappo del disagio quotidiano. Il libro nella sua circolarità appare un passaggio di testimone un’eredità sentimentale e morale fondata su un tempo circolare come quello della natura: la poesia è seme che germoglia e dà frutti al poeta. Questo trova conferma anche nell’abitudine di datare con precisione le poesie, talvolta indicando l’ora di composizione. Semi è il saldo punto d’arrivo di un lungo itinerario creativo, coerente nei temi e nella poetica, che si snoda dalla prima raccolta del ‘99, come ha ben visto il critico Massimiliano Pecora. Se in La mia scrittura in Come il vento sulle dune –Federico 1999 Manzella scriveva : Scrivo in mezzo a una selva …scrivo in mezzo a deserti aridi…. scrivo in mezzo a una tempesta…La mia parola è soffocata da tante avversità, tuttavia anche allora la parola pronunciata e scritta superava l’impasse, dando senso e risposta alle domande dell’esistenza attraverso la mediatrice presenza della donna, icona luminosa: scintille accecanti dei tuoi occhi. Il tu femminile come corpo rassicurante, origine di ogni serenità si colloca con naturalezza nella natura, rappresentata come vero e proprio locus amoenus, dove l’autore arriva provato dall’esperienza della quotidianità. Già in Cialde : trasforma / le lacrime/ in raggi di sole / quando incrocia …il tuo sorriso). Filo d’Arianna tra tutte le raccolte poetiche di Manzella. Pupille ammaliatrici in Le perle dello stagnone. In quest’ultima raccolta Semi la donna aiuta a raccogliere i semi dei perché, assumendo un ruolo vicino alla montaliana Clizia, ma anche rende omaggio alla millenaria tradizione della poesia d’amore, che fa nascere dagli occhi femminili l’innamoramento. Da Giacomo da Lentini a Dante a E. Montale. Ma la poesia ha anche una funzione sociale : “correggere le abitudini di vita” degli uomini, dice il Poeta nella Prefazione ad Acetilene, Pungitopo 2010, e “insegnare a trovare quella forza dirompente e benefica dei valori profondamente vissuti”. La fiamma dell’acetilene, calore e luce è, perciò, il suo messaggio. Oggi nell’ultima raccolta la poesia è spada di pace per debellare ignavia, paura, odio…(Riflessioni ). In Pietro Manzella la parola poetica ha origine dalla contemplazione stupita e riflessiva della quotidianità, su cui si scioglie il ritmo cadenzato del verso. Il momento emotivo, quello lessicale e quello sintattico si corrispondono e si legano intimamente in un fitto tessuto di rimandi. Questa dialettica intima crea tensioni espressive che si esprimono in immagini barocche legate alla religione, allo scorrere del tempo: Pasqua armistizio tra suoni assordanti di uova metafisiche, il tic tac dell’orologio che segna lo scorrere inesorabile del tempo; e ardite metafore : vascello del tempo, bancarelle del Creato, punteggiatura con scaglie di diamanti, spifferi di vita, binocolo della mente, cuori di mongolfiere, stelle senza scarpe. Del barocco Manzella prende il senso più autentico: quello di smarrimento/ vertigine che sorge da un mondo disordinato e caotico che trova ordine solo nella parola del poeta istancabile. La parola è la sua forza e per questo il poeta si fa uomo tra marionette senz’anima. Lui però spera che l’ incontro col mondo, mediato dalla poesia dia loro l’anima.
Antonina D’Anna ha accompagnato con la chitarra la lettura delle poesie