Chiesa e Monastero dei Sett’Angeli delle Minime
(Giacomo Cangialosi)
Piano della cattedrale con Monastero Settangeli
Nel luogo dove si trovava questo complesso monastico, originariamente pare avesse abitato S. Ninfa e successivamente S. Oliva. Già nel 1248 vi era stata edificata una piccola chiesa dedicata ai Sett’Angeli, ma nel 1516 era diventata proprietà della Cattedrale e utilizzata come scuola di canto dei chierici della stessa. Proprio in quest’anno venne riscoperto l’affresco con i Sett’Angeli e subito la città si accese di devozione per tali santi che vivono al cospetto di Dio. Nel 1523, per volere del vicerè Don Ettore Pignatelli conte di Monteleone, venne fondata una confraternita ma ben presto una suora dell’Origlione, Isabella Sciarrotta, volendo vivere una vita più austera, pose gli occhi su questa chiesa per fondare un monastero le cui monache vivessero sotto la rigida regola delle Minime di S. Francesco di Paola (del quale lo stesso vicerè era molto devoto avendolo conosciuto personalmente in Francia). Pertanto i confrati rinunciarono alla chiesa e nel 1529 si iniziò a fabbricare il monastero. il 25 novembre 1582 le prime suore uscite dall’ Origlione vennero ad abitarlo prendendo il nuovo abito monastico. Essendone cresciuto il numero si pensò di ingrandirlo e a tal fine ebbero concessa la vicina chiesa di S. Giovanni del Piano che era separata dalla strada del Gambino detta di S. Oliva (dal luogo supposto della nascita della martire palermitana). Questa venne chiusa per concessione del Senato e il monastero occupò quasi un intero isolato. Si pensò pertanto di fondare una chiesa più fastosa e il Cardinale Don Diego Ajedo il 18 maggio 1599 gettò la prima pietra. Venne inaugurata il 2 aprile 1612. Subì pesanti bombardamenti nel 1848 e nel 1866 anche questa struttura subì la sorte degli altri monasteri passando al Comune di Palermo.
Chiesa Sett’angeli, disegno di T. Duclère (1840-1845)
Oggi al suo posto sorge un edificio scolastico. La chiesa aveva due porte una verso settentrione (che era la principale) con medaglione in marmo con S. Francesco di Paola e l’altra verso il piano della Cattedrale. All’ingresso c’era il coro sostenuto da un’unica colonna centrale e due archi (cosa più unica che rara). La navata era unica con pilastri e capitelli corinzi, la volta era decorata da stucchi e affreschi. Nel presbiterio si venerava il nuovo quadro dei Titolari. Arricchiva l’altare maggiore un tabernacolo con baldacchino in argento. Le cappelle di sinistra presentavano una tela con La Sacra Famiglia la prima, la seconda era dedicata a S. Francesco di Paola con il busto in terracotta opera di Vincenzo Gagini (forse lo stesso che oggi è esposto nella chiesa di S. Francesco di Paola) e l’ultima dedicata alla Madonna del Rosario. A destra la prima cappella era dedicata ai Ss. Giovanni evangelista e Luigi Gonzaga, seguiva quindi la porta laterale e in ultimo la cappella del Crocifisso. Anche queste suore avevano la loggia sul Cassaro e una torre-belvedere che aveva anche funzione di campanile e una casa fabbricata nel 1745 nella contrada dei Petrazzi (zona Uditore) che ancora esiste ed è gestita dalla parrocchia di S. Alfonso de’ Liguori. Delle opere d’arte ivi presenti è rintracciabile il bellissimo portone ligneo intagliato con i simboli dei Minimi concesso dall’Amministrazione Comunale nel 1885 alla confraternita della Mercede al Capo per la chiesa omonima (il portone è ancora in sito).