PIER PAOLO PASOLINI
(Gabriella Maggio)
Figura singolare e solitaria ha aggredito come un corsaro il proprio tempo. Oggi ricorre il quarantesimo anno della sua morte prematura e violenta sul litorale di Ostia. Poeta, saggista, romanziere, regista cinematografico, sceneggiatore, giornalista, traduttore ha trattato nelle sue opere la trasformazione della società italiana tra gli anni cinquanta e sessanta, mettendone in rilievo l’omologazione, l’edonismo, il conformismo : valori nazionalizzati e quindi falsificati del vecchio universo agricolo e paleocapitalistico, di colpo non contano più….si tratta della prima unificazione reale ….Ho visto coi miei sensi il comportamento coatto del potere dei consumi ricreare e deformare la coscienza del popolo italiano, fino a un’irreversibile degradazione (Corriere della Sera -1 febbraio 1975 in Scritti corsari).Dal mondo contadino del Friuli, cantato nel suo dialetto, all’attrazione per sottoproletariato delle borgate romane, ritratto nei romanzi e nei film, Pasolini insegue un mondo ideale dove la vita è istintiva e libera. Ma ai suoi personaggi non arride il successo, li aspetta la morte o diventare dei piccolo-borghesi. Anche nello stile Pasolini è stato innovativo coniugando tradizione e modernità, mescolando i linguaggi non a scopi mimetici o documentaristici, ma come soluzione espressiva che aderisce visceralmente al tema trattato. Scorrere le sue opere dopo quarant’anni è scoprire la disarmante attualità.