IL TEMPO DEL MITO E IL SIGNIFICATO DEI SIMBOLI

Un tentativo di ristabilire la perduta unità lo si può vedere nel Cristianesimo e nella sua tendenza, al di là dell’aristotelismo tomistico o grazie anche ad esso, di riassumere/ricapitolare tutta la realtà nell’unica Verità con i suoi simboli e i suoi dogmi: tentativo che, esteso con carattere di esclusività per tutto il Medio Evo durante il quale costituisce una valida koiné culturale offerta ai più ampi strati della popolazione, da un lato sarà rotto dal Rinascimento, nonostante la presenza in esso di correnti esoteriche in contraddizione col proclamato razionalismo umanistico, mentre d’altro lato si prolungherà attraverso mezzi coercitivi, posti in atto dall’Inquisizione in accordo con il conservatorismo politico assolutista. Un quadro che si è andato evolvendo con l’attuale riconoscimento che scienza e fede occupano ambiti diversi e non incompatibili, quando non addirittura complementari.Ricostituire la perduta unità è impresa impossibile e comunque (stavo per dire: probabilmente) non utile: merita tuttavia ogni sforzo lo studio e la ricostruzione di quell’universo sacrale, che attraverso la decifrazione dei simboli ancor oggi di significato oscuro e la valorizzazione, già in atto, dei racconti mitologici, potrà propiziare il recupero, in un più vasto orizzonte culturale e metodologico, di una intera dimensione di esso che è andata nel tempo perduta.

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