Ripresa la Stagione Sinfonica del Massimo
(Salvatore Aiello)
Preziosi fogli d’album della grande tradizione russa impreziosivano il programma del Concerto del Massimo in ripresa della Stagione autunnale con l’austriaco Günter Neuhold alla direzione dell’orchestra. Due gli autori facenti parte del famoso gruppo dei cinque, orgogliosi, impegnati a recuperare la cultura orientale attraverso leggende e spunti della loro caratteristica tradizione. In apertura l’Ouverture da Una sposa per lo zar di Rimskij-Korsakov condotta con puntuale attenzione tesa a conciliare brio e malinconia, sentimenti caratteristici dell’humus popolare.
A seguire l’esecuzione delle Danze polovesiane da Il Principe Igor dello straordinario chimico, votato alla musica, Aleksandr Borodin, danze del secondo atto che costituiscono il cuore centrale dell’opera eseguite per l’occasione nella versione originale con il coro che in qualche modo avrebbe dovuto esaltare melodie vocali e ritmo; scialba, con poca anima e a tratti convincente l’esecuzione con una prova senza autentico slancio e pulsione rispecchiando la direzione orchestrale che non riusciva pienamente ad inserirsi nell’atmosfera dei colori, tentando di consegnare vorticosi picchi di ebbrezza e ritmi elettrizzanti con risultati poco entusiasmanti. Meglio l’approccio a Shéhérazade partitura ricca di elementi esotici già trattati da Rimskij-Korsakov in Antar. Suite sinfonica che si ispira alla storia sentimentale del sultano e della fedele moglie con una ricchezza di spunti musicali che in qualche modo anticipano un certo Stravinskij. Più disinvolta e in qualche momento più impegnativa questa volta la risposta dell’orchestra che coglieva del direttore la carica di accenti ed espressioni dai toni ora minacciosi ora insinuanti confermando che si tratta ancora oggi di una delle pagine sinfoniche più belle e significative del secolo scorso.
