I DEBITI E LE BANCHE
(Pino Morcesi)
Jacob Fugger il Ricco di A. Dürer
I grandi affari permettono lo sviluppo delle banche, ma diventano la causa della loro rovina. E non soltanto oggi in tempo di globalizzazione. È quanto accadde ai Fugger. Di modeste origini contadine Hans Fugger si stabilisce ad Augusta nella seconda metà del ‘300 e mette su un’impresa tessile che prospera con gli eredi espandendosi in Europa. I Fugger investono gli ingenti capitali guadagnati nei prestiti ai papi e agli Asburgo, naturalmente dietro ampie garanzie, come la firma di ipoteche sull’amministrazione di terre e miniere. Ferventi cattolici i Fugger collaborano attivamente al commercio delle indulgenze, autorizzato dal papa per ricavare fondi per la costruzione di S. Pietro ed altri edifici religiosi. I banchieri ottengono di ampliare sempre di più l’area dove svolgere tale commercio, ricavandone grandissimi profitti.
Naturalmente alla corte pontificia lavora un loro uomo di fiducia ben inserito nelle leve del potere. Gli accordi consentono ai Fugger, che comunque anticipano le spese, di incassare la metà dei ricavi. È Martin Lutero con le sue 95 tesi affisse nella cattedrale di Wittenberg a porre fine a tale redditizio e probabilmente inesauribile commercio, visto come assicurazione per l’aldilà. perché fondato sulla paura della condanna divina. Ben presto però si offre agli intrepidi banchieri un nuovo promettente affare, finanziare l’elezione del futuro imperatore Carlo V d’Asburgo. La cifra da dare in prestito è enorme, ma l’immediata ricompensa è l’ampliamento della zona d’influenza dei Fugger, promettente un rapido rientro del prestito. Ma questo non accade. Gli Asburgo non sono solvibili anche per la grave inflazione dovuta all’afflusso dei metalli preziosi dal nuovo mondo. Il declino dei Fugger è allora inevitabile.