DALLA PARTE DEGLI UOMINI

(Gabriella Maggio)

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Da ieri 10 settembre 2015 in molte città d’Italia si svolgono marce di solidarietà ai migranti. L‘essere scalzi è metafora conoscitiva delle gravi condizioni di sofferenza e indigenza in cui si trova chi è costretto a lasciare ogni cosa cara e giunge sulle coste europee privo di tutto. La marcia è una testimonianza, una dichiarazione della propria opinione di fronte ad un evento storico di proporzioni incalcolabili, che richiede l’attenzione e la partecipazione di ciascuno, perché è portatore di un profondo e ampio mutamento culturale, che in breve inciderà sulla nostra vita. Non possiamo quindi ritenere che non ci riguarda. Tutto quello che riguarda l’uomo ci riguarda sempre.

Le marce sono il contributo italiano ai movimenti di solidarietà che si stanno svolgendo in Europa, misti purtroppo a gravi azioni di violenza, come abbiamo visto nei filmati. Tante scene di fuga disperata, di fame, di concentramento in recinti, pensavamo che appartenessero ai film che tutti abbiamo seguito con curiosità ed interesse, dal sicuro delle sale cinematografiche o della poltrona di casa. Oggi non è così, nessuno può chiamarsi fuori. Tra gli obiettivi delle marce c’è la richiesta di un unico sistema d’asilo in Europa che garantisca il rispetto dell’uomo. E l’Europa come UE deve fare la sua parte, dopo una colpevole indifferenza e sottovalutazione della migrazione epocale e una responsabilità nella destabilizzazione politica di diversi stati che gravitano sul Mediterraneo.

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