LA CULTURA OSTAGGIO DELLA BARBARIE
( Gabriella Maggio)
L’archeologo Khaled Asaad, responsabile del sito archeologico di Palmira, dal maggio scorso occupata e martoriata dall’ISIS, dopo diversi giorni di prigione e torture, perché rivelasse il luogo dove aveva messo al sicuro numerosi reperti, è stato decapitato ed appeso a un’ antica colonna della città, già dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità. La notizia ha suscitato sdegno e sgomento nel mondo non soltanto per la crudeltà dell’omicidio, ma perché mette in discussione quanto si è sempre affermato sul valore pacifico e civilizzante della cultura. La divulgazione della conoscenza e del bello non offrono protezione; appaiono solo un conforto nel momento in cui si deve trovare il coraggio di fronte al pericolo della cieca violenza.
Eppure i siti archeologici ispirano solitamente oltre alla curiosità di conoscere il passato sentimenti malinconici sul trascorrere delle epoche storiche. Ci s’interroga col poeta Leopardi :
……. Or dov’è il suono
Di que’ popoli antichi? or dov’è il grido
De’ nostri avi famosi, e il grande impero
Di quella Roma, e l’armi, e il fragorio
Che n’andò per la terra e l’oceano ?
Tutto è pace e silenzio….( La sera del dì di festa)
Il silenzio che circonda le antiche pietre è denso dei secoli trascorsi, ancora vibrante delle vite degli uomini che abitarono i luoghi. Aggirandosi tra i templi, i colonnati, i teatri si percepisce quella alterità – continuità che rende i siti archeologici tanto suggestivi. Oggi questi sentimenti appaiono inadeguati e retorici, incrinati dal dubbio. Eppure è necessario un segno che contrasti il dubbio.