STRATIFICAZIONI OMERICHE
(Irina Tuzzolino)
Recentemente la filologia classica ha perso un valido studioso Martin West, che per anni ha studiato i poemi omerici, le loro origini e stratificazioni, collegandole alle relazioni culturali tra la Ionia e Oriente. Fondamentale la nuova edizione dell’ Iliade nella Biblioteca Teubneriana, da lui curata. Non canti della tradizione orale creati da vari poeti hanno dato vita ai poemi omerici, secondo il filologo, ma ciascuno, Iliade e Odissea come noi li conosciamo, è la creazione scritta di un solo poeta che, attingendo a un nucleo epico della tradizione orale costituita, ha organizzato con sufficiente coerenza una vasta tela narrativa nella quale ha inserito episodi e temi che si andavano diffondendo e affermando nell’immaginario del tempo ( VIII-VII sec. a. C.).
Come quello del Ritorno del marito e del Gigante monocolo, provenienti dall’Asia centrale. Questi due episodi trovano naturalmente posto nell’Odissea, il cui protagonista dopo la guerra di Troia aveva vagato nel Mediterraneo già per tre anni. Centrale allora diventa il soggiorno dell’eroe presso Calipso durato sette anni. In particolare il poeta dell’Odissea deve conoscere i modi con cui gli altri eroi in particolare Agamennone e Menelao hanno fatto ritorno in patria, perché vi si ricollega in maniera implicita. Esclude il fratello dal vendicare la morte di Agamennone, perché vagante nel Mediterraneo orientale, a Clitemnestra contrappone Penelope, a Oreste affianca Telemaco. Avventure e incontri straordinari nascono da tempeste che ostacolano la navigazione. Il collegamento tra i vari episodi talvolta mostra qualche incertezza , che rivela la stratificazione dell’opera