IL MITO DEI TEMPLARI
( Irina Tuzzolino)
L’ Ordine dei pauperes milites Christi nasce in Terrasanta dopo la prima crociata, svoltasi tra il 1096 ed il 1099, per proteggere i pellegrini che visitavano i luoghi santi. È difficile ricostruire con esattezza i primi anni dell’ordine del Tempio per la mancanza di documenti dell’epoca. Uno dei pochi documenti relativamente più tardi è il testo della Regola Primitiva, approvata nel 1129 nel Concilio di Troyes: “…pertanto, in letizia e fratellanza, su richiesta del maestro Ugo, dal quale fu fondata, per grazia dello Spirito Santo, convenimmo a Troyes da diverse province al di là delle montagne, nel giorno di S. Ilario, nell’anno 1128 dall’incarnazione di Cristo, essendo trascorsi nove anni dalla fondazione del suddetto Ordine, ci riunimmo a Troyes, sotto la guida di Dio, dove avemmo la grazia di conoscere la regola dell’Ordine equestre, capitolo per capitolo, dalla bocca dello stesso Maestro Ugo. Pur nella nostra modesta conoscenza, approvammo ciò che ci appariva buono e utile…” . Al 1140 circa risalgono le Gesta degli Abati di San Bertino di Simone di St. Bertin che così scriveva :” Durante il suo splendido regno (di Goffredo di Buglione) alcuni (cavalieri o crociati) decisero di non tornare fra le ombre del mondo, dopo aver così intensamente sofferto per la gloria di Dio. Di fronte ai principi dell’armata di Dio essi si votarono al Tempio del Signore, con questa regola: avrebbero rinunciato al mondo, donato i beni personali, rendendosi liberi di perseguire la purità e conducendo una vita comunitaria, con abiti dimessi, usando le armi solo per difendere le terre dagli attacchi incalzanti dei pagani, quando la necessità lo richiedeva”.
Negli anni l’Ordine accanto al ruolo monastico e combattente, sia pure con esiti non sempre lusinghieri, intraprende attività economiche di carattere agricolo e finanziario, elaborando una sofisticata tecnica bancaria, ma spesso rendendosi inviso agli ambienti più religiosi. Perduti gli Stati Latini in Terrasanta, l’Ordine non sembra avere esaurito la sua missione, si è infatti diffuso in tutta Europa e a causa della sua potenza economica è divenuto il banchiere dei sovrani a cui presta denaro per le guerre ed il mantenimento di costosi eserciti, esponendosi così a fronteggiare vari contrasti. Federico II li espelle dalla Sicilia, il re di Francia, Filippo IV il Bello, per azzerare i debiti col Tempio ne segna la fine con l’aiuto del papa Clemente V. Nel 1307, fingendo accertamenti fiscali, Filippo il Bello convoca a Parigi tutti i Templari di Francia e li fa arrestare contemporaneamente, contando sull’effetto sorpresa, compreso il Gran Maestro Jacques de Molay con l’accusa di eresia. Sotto tortura i Cavalieri del Tempio confessano i più orrendi delitti: sodomia, eresia, idolatria .
Illustrazione di un manoscritto (1350 circa) che allude all’accusa di "baci osceni"
Vennero in particolare accusati di adorare una misteriosa testa di uomo barbuto, chiamato Baphomet. Il 22 novembre 1307 papa Clemente V con la Bolla Pastoralis præminentiæ ordina l’arresto dei Templari in tutta la cristianità. Dominando il debole Clemente V, il re ottiene di esercitare la sua giustizia sui singoli cavalieri, lasciandogli la giurisdizione sui vertici e sull’Ordine. Intanto De Molay prima confessa, poi ritratta e successivamente torna a confessare. Pare che avesse fiducia nel Papa, il quale nel Concilio di Vienne del 1312 non considera eretici i Templari, sebbene biasimi i rituali scandalosi, sciolga l’Ordine e ne affidi il patrimonio ai Cavalieri di S.Giovanni. Ma nel 1314 Filippo il Bello con audacia condanna al rogo Jacques de Molay ed altri alti dignitari dell’Ordine in quanto relapsi. L’esecuzione sull’isolotto detto allora degli Ebrei. Pare che prima di morire il Gran Maestro maledica il re ed il papa e predica che moriranno entro un anno. La maledizione si avvera nel giro di 2 mesi. La prima testimonianza di questa maledizione risale al ‘500, ma a detta degli studiosi è falsa. Ma ben si colloca nella storia un po’ tenebrosa dell’Ordine. Pare anche che dopo la decapitazione di Luigi XVI qualcuno gridasse che finalmente Jacques de Molay era vendicato. E si potrebbe continuare con le leggende. La vicenda storica dei Cavalieri del Tempio è stata ripresa con successo da numerosi romanzieri, che ne hanno arricchito e variato i temi più amati dai lettori : gli intrighi del potere, i tradimenti, i misteri e i complotti.
Filippo IV assiste al rogo dei Templari, manoscritto del XV secolo.