I GARIBALDINI A PRIZZI, INCONTRO CON CARMELO FUCARINO
(Gabriella Maggio)
Carmelo Fucarino e Gabriella Maggio
Lunedì 18 maggio 2015 nell’aula magna del Liceo Classico G. Garibaldi di Palermo Carmelo Fucarino ha presentato agli studenti Se nulla cambiò- I Garibaldini a Prizzi, Fr. Cesati Editore. Un’ integrazione non soltanto della sua ponderosa "Stratigrafia del Comune di Prizzi come metafora della storia dell’isola”, ma della storia nazionale per quanto concerne la storia dei Mille. L’opera pur di taglio prettamente storico nei primi due capitoli si riannoda alla narrativa siciliana che da Verga a Lampedusa ha affrontato il tema risorgimentale partendo dalla spedizione dei Mille. Di questa narrativa Fucarino condivide la delusione, le speranze troncate di un Sud sfruttato ed offeso. Tra i tanti testi che si notano in filigrana spicca, perché gli è dedicato un intero capitolo, Il Gattopardo. Prendendo spunto dalla frase pronunciata da Tancredi, quando comunica allo zio la partenza per unirsi a Garibaldi, l’autore traccia un panorama della situazione politica dell’isola precedente allo sbarco di Garibaldi, preludio dell’abbandono dei Borboni con infamia e codardia.
La corretta interpretazione (della frase) occorre collocarla nel reale contesto narrativo, inserirla nel preciso sviluppo cronologico dell’episodio, in quel maggio 1860 quando si temeva uno sbarco dei Piemontesi nel sud dell’isola, dalle parti di Sciacca; e le autorità avevano notato nel popolo un muto fermento…..L’abolizione dell’allodio che li aveva resi ( i nobili) uguali ai borghesi aveva generato avversione verso la corona. L’autore procede poi ad individuare le varie “ spedizioni “ che seguirono la prima e più famosa , facendo attenzione ai giudizi sulla Sicilia espressi dai cronisti. Con la sua consueta apertura profondamente razzista, Marsala era apparsa ad Abba “l’ingresso di una città araba. I “liberatori” si insediavano con tracotanza nelle loro case … ma questo non venne rivelato dalla mistica della liberazione, che non tenne conto che molte disposizioni garibaldine non venivano comprese dalla popolazione. Di rilievo il capitolo La versione di Adamoli in cui l’autore afferma di avere trovato nella cronaca di Adamoli una certificazione autoptica secondo la vera tecnica storica alla Erodoto. Giulio Adamoli, personaggio ricco di doti umane e spirituali rende giustizia alla condizione della Sicilia e di Prizzi descrivendone le ricchezze e le opportunità che poteva offrire ad un imprenditore del nord. Se nulla cambiò assume poi l’andamento del documento storico con puntuali citazioni delle fonti.