Chiesa e Monastero dell’Immacolata Concezione al Capo dell’Ordine Benedettino
(Giacomo Cangialosi)
Foto A.. Carioti
Il monastero venne fondato da donna Laura Ventimiglia dopo il 1567 ed era suo intendimento di istituirlo sotto l’ordine francescano, ma venne persuasa dal P. Antonio Sardo, gesuita, di stabilirlo sotto l’Ordine Benedettino, cosa che avvenne. All’inizio le monache utilizzavano una piccola chiesa che si trovava alle spalle dell’attuale presbiterio, ma nel 1612 s’inizio a costruire la nuova su progetto di Orazio Nobili. Le decorazioni si protrassero per circa un secolo fino al 1713. Nel 1864 il monastero, che occupava tutto il baluardo d’Aragona (dove oggi vi è il Palazzo di Giustizia), venne trasformato in ospedale e le poche suore rimaste si trasferirono in altra sede. Negli anni ’30 del XX secolo tutto venne smantellato, salvandosi solo l’edificio sacro che dal 1968, per più di 30 anni, restò chiuso al culto per problemi di stabilità causati dal terremoto.
La sobria facciata non lascia immaginare la ricchezza e la fastosità dell’interno. All’ingresso, sorretto da quattro colonne binate, sovrasta il coro affrescato forse dal Fumagalli con finte architetture; lateralmente due piccole tele tardo-settecentesche (forse di Giuseppe Velasquez) raffiguranti “Storie benedettine”. A sinistra la tomba della fondatrice mutila di alcune parti. L’interno, a navata unica, è un tripudio di marmi, stucchi e affreschi (secondo il progetto di Giacomo Amato e Gaetano Lazzari); l’occhio si perde negli innumerevoli colori dei marmi mischi che la decorano e che affascinano lo sguardo; dallo straordinario pavimento (con simboli mariani) ai sublimi paliotti degli altari laterali, ai ferri battuti dei coretti, alle innumerevoli statue, tutto concorre allo sbalordimento del fedele.