ALCHIMIA E MEDICINA NEL RINASCIMENTO
( Piero Morcesi)
« Andare caminando il mondo per avere cognizione della natural filosofia, accio potessi meglio esercitare la medicina e cirugia » Così diceva di sé Leonardo Fioravanti, bolognese, definito empyricus dai contemporanei, titolo che alludeva al fatto che non aveva fatto o non aveva completato studi di medicina. Infatti nato nel 1517 a Bologna conseguì ufficialmente la laurea nella prestigiosa università solo nel 1568. Subì l’influenza di Paracelso e, abbandonando le teorie di Galeno seguite dalla medicina del tempo, praticò una continua sperimentazione volta a attribuire al medico anche l’ambito professionale a quel tempo proprio del cerusico e dello speziale. Convinto che la natura ha forze guaritrici che devono essere portate alla luce dall’arte alchemica elaborò la iatrochimica, che tende a mantenere la salute dell’organismo bilanciando i componenti chimici dei fluidi corporei.
Il suo sperimentalismo gli procurò l’ostilità degli altri medici, acuita anche dall’uso del volgare nella stesura delle sue opere. Da qui il suo spostarsi frequente in varie città dopo un primo periodo di apprezzamento e successo. Fu a Genova, a Palermo, a Napoli. Il suo soggiorno in Africa come medico militare contribuì molto allo sviluppo della sua arte medica. Particolarmente apprezzata fu la sua opera di chirurgo plastico e la prescrizione di cure idroterapiche per le malattie della pelle. Le sue intuizioni in questo campo anticipano la medicina moderna.