Roberto Maggiani, LA BELLEZZA NON SI SOMMA. Italic ed. Ancona 2014
(Francesca Luzzio)
Roberto Maggiani
La poesia è ricerca, strumento attraverso il quale si cerca di attingere l’assoluto, si esprime il desiderio inappagabile di conoscenza. Tale tesi si evince principalmente dalla lirica titolata ”Dio”, presente nella silloge di Roberto Maggiani, “ La bellezza non si somma”. La suddetta poesia si può considerare il testo-chiave, attraverso il quale è consentita la comprensione della poetica dell’autore. La natura, nella pluralità delle sue manifestazioni in ognuno dei regni che la caratterizzano e l’uomo, che nell’ambito del regno animale, si pone nel gradino più alto dell’atto creativo, esprimono bellezza , valore costituente l’essenza divina.
Il processo attraverso cui il bello si espande e si esplica nelle diverse forme del reale non è quello diairetico di Platone , perché esso non ne determina la suddivisione e non ne ammette, di conseguenza, neanche la somma , perché nel particolare è il tutto ed il tutto è nel particolare , in ogni entità del reale che, per quanto piccolo e in apparenza insignificante, contiene sempre in sé la magnificenza divina: ”Ho imparato ad evocarti \ dai colori e dalle forme delle cose”, scrive il poeta, ma riconoscerne le manifestazioni non significa possedere Dio, perciò egli lo cerca “ instancabilmente \ ed è solo per nostalgia..\ che ha di Lui che scrive poesie (Dio, pag.62). La poesia è dunque manifestazione di desiderio inappagato, ma nello stesso tempo unico strumento attraverso il quale si ha la possibilità di accostarsi alla suprema bellezza di Dio e di ogni entità del creato che ne è espressione. L’uomo, si è detto, si pone nel gradino più alto del creato e , considerata la condizione di privilegio di cui gode, anche lui è capace di creare e la poesia è sicuramente una delle forme attraverso cui si manifesta tale abilità, ma essa come tutte le altre è condizionata nel tempo e dal tempo, come afferma anche U. Foscolo negli ultimi versi de “ I Sepolcri, e, forse è proprio questa consapevolezza del limite che non consente la piena conoscenza e il pieno possesso di Dio e lo stesso atto creativo della poesia diventa manifestazione di nostalgia, di ricerca dell’assoluto, o semplicemente ammirazione estatica della bellezza in cui si esprime il creatore. Le sezioni della silloge sono sette, tante quanti furono i biblici giorni della creazione divina, quasi a volere ulteriormente ribadire anche attraverso la simbologia numerica , l’espandersi del creatore in tutte le sue creature, la consustanziale unità che risiede nell’atto generatore di Dio e, pur con i suoi limiti, del poeta. Bei paesaggi, bellezze naturali vengono descritti con abilità pittoriche:” Isole risplendono \ nel cerchio atlantico del sole \… (sez. I, 1, pag.10); “L’argento lunare \ si scioglie nell’oceano rumoroso \…\All’orizzonte le sagome nere \ delle isole selvagge.\ Il vento flette le palme-\… (sez. IV, pag.31); “La luna è come una serva nuda \ alla quale una luce improvvisa \ ha dato vergogna( sez. V, Regni, 2). Gli animali, sia la loro sede il cielo, la terra o il mare, vengono ammirati nella loro scultorea bellezza, descritti nelle loro istintive modalità espressive :” Il mattino presto è il regno degli uccelli \ …\ i volteggi rapidi delle rondini nel garrito \ che s’espande e si contrae \ e le prime arroganze nel gracchiare \ dei corvi ; “Una piccola lucertola…\ apre e chiude la bocca.\ Sollevata sulle zampe anteriori \ mostra la pancia bianca.\ Sul dorso il verde maculato…”; “ Nello stagno …\ vive una carpa. \ Nelle ore fresche del mattino \ sfiora la superficie \ ma scompare…”; ( sez. V, Regni, 1,3, 4). Infine l’umanità nella sua somma grandezza e bellezza che si carica anche di erotismo, quando si incarna nell’aspetto muliebre: “La sua bellezza è inscritta nel giallo-verde degli occhi e nella geometria del viso.\ In costume è la creatura perfetta \ l’evidente bellezza. \, Potrebbe essere assimilato a un dio \…; “ …\ Ti innalzi nel vento che arruffa i capelli \ e si muove il desiderio sul tuo volto.\…. ( sez. II, Una persona, pag. 19. Ritratto,1, pag. 20), o propone i limiti edipici di freudiana teorizzazione: “ Spetta al padre penetrarla \ non a lui \ che si vergogna e lo odia” ( sez. IV, La madre, pag.34) . Il caleidoscopico sentire e pensare dell’essenza dell’io, fa sì che il poeta celebri l’uomo anche nei suoi sentimenti: “Il mio nome fu la sua ultima parola \ nell’aria di questo mondo \…”, “ Ti volevo bene.\ …in sogno torni vivo-\….( sez. VII, Andrea…, 1, 2, pag.60), nella sua sete di conoscenza e nei suoi perché: “Ho urgenza di penetrare il Cosmo- ma non riesco ad andare così a fondo \ …\ Resto nello spazio del sole: la superficie o poco sotto- \ ….”. Né manca per dare un ventaglio quanto più possibile ampio dell’essere umano, la considerazione della sua miseria morale: ” Ne ha trascinati giù molti \ …\ nel piacere dell’erezione -\ baciandosi l’un l’altro \ a mani giunte nelle celle- \ la lunga lingua nella gola \…(sez. VII, La tentazione, pag.63) e sociale, soprattutto là dove è possibile intuire un riferimento alla triste sorte di tanti extracomunitari: “Il mare piatto dell’alba \ evoca i silenzi degli uomini \ che si persero nel blu \ senza lasciare traccia. (sez. III, pag.24). Insomma la terra e i suoi abitanti e tra questi, in particolare l’uomo, emergono in tutta la loro bellezza e, considerato che essa non è sommabile , è chiaro che la miseria, il disfacimento,la morte sono espressione della sua assenza.Come è rilevabile dagli stralci dei testi citati, la versificazione di Roberto Maggiani si caratterizza per la notevole capacità descrittiva che emerge principalmente nelle rappresentazioni paesaggistiche che si delineano nella fantasia del lettore quasi come pitture, grazie all’utilizzo di un linguaggio semplice, ma appropriato e pregnante e ad uso paratattico della sintassi . Né tali caratteristiche espressive vengono meno , quando l’ispirazione del poeta propone altre realtà e situazioni, infatti utilizza poco le figure retoriche, riesce anche ad argomentare ricorrendo pochissimo all’ipotassi e con parole, si direbbe riverginate nella loro purezza semantica, compone versi lapidari che nel loro sema s’imprimono nella mente e nel cuore.