IL PAREGGIO DEL BILANCIO STATALE
(Irina Tuzzolino)
Quintino Sella
Pochi giorni dopo la proclamazione del Regno d’Italia, Pietro Bastogi Ministro delle Finanze, così parla alla Camera : Perché l’Italia meriti il credito di tutta l’Europa, deve cominciare a rispettare i debiti contratti. Né sarebbe conveniente alla nuova Italia che essa si costituisca debitrice degli antichi prestiti e pagarli, quasi fosse procuratrice degli antichi governi. Di qui la necessità di distruggere i loro antichi titoli e sostituire a quelli un titolo italiano. Con la legge n° 94 del 10 luglio 1861 istituisce il Gran Libro del Debito pubblico dove venivano annotati i debiti pubblici dei vari Stati preunitari. Il giovane Regno nasceva pertanto con un debito circa 2374 milioni convertiti per lo più in rendita consolidata al 5%.
Tra il 1862 ed il 1873 Quintino Sella Ministro della Finanze del Regno d’Italia si propone di realizzare il pareggio del bilancio statale; effettivamente raggiunto solo nel 1876 dal governo Minghetti. L’ossessione di Sella per il pareggio di bilancio prevede dapprima la vendita di parte dei beni dello Stato e della Chiesa e l’aumento di 100 milioni nella circolazione di buoni del Tesoro; solo successivamente, per recuperare le impreviste spese causate dalla risoluzione della questione romana nel 1870 con la breccia di Porta Pia, è varato l’aumento delle imposte tassando la ricchezza mobile,i titoli del debito pubblico, il macinato. Questi provvedimenti miravano, secondo il Ministro, a realizzare una perequazione tra i ceti e arginare l’evasione, già preoccupante : Spero che le imposte si ritocchino in guisa che ciascuno abbia le minori noie possibili, e paghi ciò che deve pagare, e ne abbia vantaggio tanto la giustizia come l’erario ( intervento parlamentare del 18-10-1874). Tuttavia le economie fino all’osso e il guardare alle spese con la lente dell’avaro gli procurarono una vasta impopolarità.