Chiesa del Monastero di S. Chiara dell’Ordine delle Clarisse (piazza omonima)
( Giacomo Cangialosi)
La chiesa e il monastero vennero fondati da Matteo Sclafani intorno al 1344. La chiesa fu ricostruita, quasi dalle fondamenta, nel 1678. La facciata era adornata fino al 1943 dal bellissimo portale barocco di Paolo Amato con colonne tortili e statua della titolare, ma una bomba distrusse in quell’anno tutta la facciata compreso il coro interno. Venne ricostruita nel dopoguerra riutilizzando il portale della chiesa della Madonna delle Grazie dei Caldomai. Bello il campanile settecentesco. L’ala meridionale del monastero distrutto dai bombardamenti non venne più ricostruito (oggi vi è un campo di calcio utilizzato dagli extracomunitari), resta l’ala settentrionale con un piccolo chiostro.
La chiesa, ad aula unica, con coro sopra l’ingresso, è ornata di marmi e affreschi di buona mano. Quelli della volta attribuiti ad Antonio Grano, mentre nel presbiterio vi sono due grandi quadroni a fresco di Guglielmo Borremans :”S. Francesco si spoglia delle vesti” e “S. Chiara taglia le sue trecce”. Notevolissimo l’altare maggiore in pietre dure e inserti in bronzo dorato come quelli delle cappelle laterali, oggi però assai deteriorati e mancanti di alcune decorazioni.
L’altare maggiore, progettato da Gaspare Serenario
Nella chiesa sono custodite due buone tele: nel primo altare di destra “S. Chiara” di Olivio Sozzi (questo quadro venne donato dalle monache di Valverde, in ringraziamento per l’ospitalità loro concessa dalle clarisse nel 1719, quando fuggirono, per il pericolo della guerra, dal loro monastero troppo vicino alla fortezza del Castello a mare); nel successivo altare “Crocifissione” di Gaspare Serenario. Negli altari di sinistra quadri moderni. La chiesa e il monastero sono oggi affidati alla comunità salesiana che assiste gli extracomunitari del quartiere.