IL DRAMMA BORGHESE
(Gianfranco Romagnoli)
Giuseppe Giacosa
Dopo la fiammata neoclassica settecentesca, l’evoluzione della scrittura teatrale nella direzione della ricerca di un genere nuovo fra la tragedia e la commedia, basato sul realismo scenico, si esprime nell’Ottocento in vari modi. Tra essi, successivamente al verismo, è da considerare con particolare attenzione il cosiddetto dramma borghese la cui rilevanza, più che nei risultati artistici, è da riscontrare nella vastità “geografica”del fenomeno, che investì vari Paesi europei pur nella diversa accentazione che, in ciascuno di essi, venne data a questo genere teatrale.Caratteristica di questa corrente teatrale è l’assumere come protagonisti dei drammi rappresentanti del nuovo ceto emergente, la borghesia appunto, narrando vicende di ambientazione borghese dal punto di vista dei sentimenti dei personaggi, che si sviluppano di solito da situazioni di sconfitta e di famiglie in disfacimento sotto l’aspetto morale, sociale, ed economico: una società in cui non c’è posto per i deboli.Un precedente illustre, in ambito francese, può essere considerato la Dame au camelias di Alexandre Dumas fils ( 1852), che peraltro è da considerare come commedia di costume. In Russia, la dimensione artistica è raggiunta dal grande Anton Cechov, in particolare con i drammi Le tre sorelle e Zio Vanja, scritti negli anni di passaggio tra l’Otto e il Novecento; ma, mancando all’epoca in Russia un ceto borghese rilevante, i personaggi appartengono a una piccola nobiltà decaduta.
Più propriamente l’ambientazione borghese emerge in due Autori del Nord Europa: il norvegese Ibsen in drammi come Casa di bambola (1879) e Spettri (1881) e lo svedese Strindberg in La Signorina Giulia (1888) e Il pellicano (con quest’ultima opera, del 1907, siamo già nel nuovo secolo). In Italia, i principali esponenti di questo genere teatrale sono Marco Praga con La moglie ideale (1890), commedia che all’epoca suscitò grande scandalo tra i “benpensanti” e, soprattutto, Giuseppe Giacosa con i drammi Tristi amori (1887), Diritti dell’anima (1894) e Come le foglie (1900).
Marco Praga
In Spagna, il dramma borghese assume il nome di alta comedia. Ne è considerato precursore Ventura de la Vega con El hombre de mundo (1845), i cui personaggi appartengono all’alta borghesia e che si sviluppa in senso comico-satirico. Più propriamente la tendenza trova sviluppo tra il 1855 e il 1880 con i drammaturghi López de Ayala e Tamayo y Baus.Nei loro drammi, ambientati nell’alta borghesia, i personaggi tipici sono il libertino, distruttore della famiglia e dei sui valori e el hombre de negocios, adoratore del dio denaro: di fronte ad essi, l’Autore si erge come difensore dei valori morali e cristiani, denunciando i nemici della società..Molta acqua è passata sotto i ponti dopo questa tendenza teatrale, che si è esaurita senza lasciare grandi tracce: tuttavia è sembrato opportuno rievocarla come specchio di un epoca e di una società, nella sue diverse espressioni nazionali.