Real gag flash
(Carmelo Fucarino)
Davanti ad un baracchino che si autopropone Poste mobile (quale concordanza?) e vende anche cellulari di tutte le marche. Non c’è limite alla fantasia postale, specializzata ormai in prodotti bancari e assicurazioni, esclusi i prodotti veramente postali. D’altronde si prevede a breve la scomparsa della lettera cartacea con il suo profumo, la sua carta colorata e i suoi elzeviri e, sciagura per i filatelici, la fine del francobollo, che ha segnato la storia di tanti popoli da quel primo penny black del 1840. Una signorina, snellabellinapanciapiattasaltellantesuunpiedeel’altro, sbarra il passo ad un signore, barbaincoltacapellisi-e-no, jeanscamiciacoloratasdruciti, occhi in giro, poi verso un angolo, chiaramente in cerca di informazioni. Di età indefinibile, ma non meno dei cinquanta. Certamente artigiano o giù di lì.
– Posso essere utile? – pronta lei e disponibile.
– Volevo… – volge gli occhi verso un recinto quadrato di metallo, senza tetto – Volevo…
– Ha un appuntamento? – a volo, lei.
– No, veramente…
La dolcina ragazzina con le palme tese verso terra e in punta di piedi:
– Occorre un appuntamento. Preferisce un giorno…
– Forse mercoledì…
– L’ora… gradisce mattina o pomeriggio…
– Meglio mattina, verso le nove…
– Aspetti che le prendo un appuntamento con il consulente…
Si avvia veloce verso il varco interno, dietro le casse, un piede puntato l’altro in aria.
– Potrebbe trovarmene… – azzarda esitante lui.
La signorina ballerina si immobilizza sul piede sinistro, il destro in aria e non aspetta e non lascia dire:
– Ne vuole una bella? – con un sorriso che ammicca e a se stessa conferma.
Il signore serio e compassato, per nulla sconvolto, nemmeno stupito dell’avance:
– La chiedevo… competente… – si scusa lui.
La signora composta che partecipa al dialogo sulla sedia di fronte sorride a bocca larga e labbra in fuori, occhi vispetti. Senza nulla dire. La signorina bellina corre veloce al varco che si apre e si chiude.
Io, come fra me, al signore ancora in sospesa attesa: