LA PRIMA GUERRA MONDIALE VISTA DAGLI SCRITTORI
( Gabriella Maggio)
Chi era migliore ? Marco Berti o lui, Filippo Rubè ?Aveva ragione quello, che, non sentendosi uomo di guerra, udiva da lungi questa piena rapinosa restando aggrappato al suo focolare per non farsi inghiottire, o lui che, pur di non sapersi abbandonato e escluso dal flusso dell’umanità, vi si buttava dentro con ribrezzo, anche a costo di naufragarvi?…E’ infame che tutti siano tenuti ad uccidere animandosi d’un odio che non tutti hanno nell’ anima…( da Rubè- Mondadori)
Filippo Rubè è il protagonista dell’omonimo romanzo di Giuseppe Antonio Borgese, pubblicato da Treves nel 1921. Romanzo psicologico e politico nello stesso tempo dove l’autore con sguardo acuto, sostenuto da buona preparazione letteraria e storico-filosofica, unita a sensibilità sociale, affronta uno degli aspetti più scottanti del primo conflitto mondiale: la lacerazione tra le iniziali posizioni interventiste delle radiose giornate di maggio ed il successivo rifiuto della guerra quando se ne scopre l’inutile orrore. Filippo Rubè è maschera dell’autore che attraverso il personaggio ripercorre la sua conflittuale esperienza bellica, cercando di rendere sulla pagina la verità dell’accaduto. La letteratura infatti, secondo Borgese, è più vera e più filosofica della storia, perché mentre ci parla di un uomo in particolare nello stesso tempo ci parla dell’uomo in universale. La storia rimane ancorata soltanto ai fatti contingenti.