LA CIMA CONTESA
( Riccardo Carioti)
La cima del Monte Bianco è contesa tra Italia e Francia e la questione è antica. Originariamente apparteneva al Regno di Sardegna di cui la Savoia ed il Ducato d’Aosta facevano parte. In particolare per la cima del Monte Bianco passava il confine amministrativo tra il Ducato d’Aosta ed il distretto savoiardo del Faucigny. A seguito delle vicende della Rivoluzione Francese la Savoia entra a far parte dello Stato Francese. Nel 1796, appena dodici anni dopo la prima ascensione sul Monte Bianco, il trattato di Cherasco, firmato dal Re di Sardegna e da Napoleone Bonaparte, assicurava ai Francesi il vantaggio tattico della crête militaire, per cui il confine tra i due Stati non passava più per la linea spartiacque, ma più a valle di qualche centinaio di metri verso il Piemonte, dando così ai Francesi un migliore controllo sul confine stesso. Nel 1815, sconfitto definitivamente Napoleone, il Congresso di Vienna ristabilisce i confini prerivoluzionari e la Savoia ritorna al Re di Sardegna. Pertanto la cima del Monte Bianco riprende il suo ruolo di confine amministrativo. Contestualmente al processo di unificazione del 1860, come tutti abbiamo studiato, Nizza e la Savoia vengono cedute alla Francia, che in un primo momento accetta come nuovo confine di stato quello amministrativo tra Savoia e Ducato d’Aosta, che appunto passa per la cima del Monte Bianco, come attestato dalla carta allegata al trattato del 1862 , di cui ad oggi resta solo la copia custodita a Torino.
A partire dal 1865 la Francia unilateralmente disconosce questi confini, facendo avanzare la sua frontiera sul versante piemontese, rendendo interamente francese la cima del Monte Bianco. Il Regno d’Italia non affronta il problema e da allora manca una definizione condivisa dei confini tra i due Stati. Le recenti ricerche condotte da Laura e Giorgio Aliprandi, di cui forniscono una sintesi sul numero di febbraio 2014 della Rivista del Club Alpino Italiano, accertano che un documento riservato dell’Istituto Geografico Francese del 1946 , redatto nell’ambito dei trattati di pace della Seconda Guerra Mondiale , con i quali la Francia spostava il suo confine al di là dello spartiacque alpino, rileva l’assenza di elementi che consentano alla Francia di attribuirsi l’intero possesso della cima del Monte Bianco. I due ricercatori ipotizzano che sia stato raggiunto un tacito accordo tra Italia e Francia intorno al 1960 , quando quest’ultima rinuncia ad alcuni territori, annessi in un primo momento, tra cui il villaggio di Clavière ,che era stato diviso in due dalla linea di confine e che aveva dato lo spunto ad un famoso film di Christian Jaques, interpretato da Totò e Fernandel, In cambio l’Italia, probabilmente, s’impegnava a non sollevare la questione del possesso della vetta del Bianco. Fino ad oggi il possesso della cima del Monte Bianco è stato soltanto una questione di prestigio, perché si tratterebbe, secondo una datata concezione dei confini europei della cima più alta d’Europa, 4810 metri. Tuttavia l’opinione corrente tra i geografi estende il continente europeo fino al Mar Caspio e, secondo questa moderna visione, sarebbe il monte El’brus, nella catena del Caucaso m.5.642, la cima più alta del continente, seguita dal DykhTau 5.203 m., dal Shkhara 5.200 m. e dal il Kazbek 5.047 m., facendo perdere alla nostra gloriosa montagna anche la medaglia di bronzo. Ciò nonostante la questione del possesso della vetta potrebbe riproporsi in un prossimo futuro a causa delle frequenti slavine dovute ai cambiamenti climatici, che pongono il problema della responsabilità d’intervento in caso di disastri.